Pedofili e foto shock: i maggiori timori degli adolescenti in rete

Sonia

Pedofili e foto shock: i maggiori timori degli adolescenti in rete

giovedì 24 Novembre 2016 - 06:10
Pedofili e foto shock: i maggiori timori degli adolescenti in rete

Adolescenti con lo smartphone (foto S.Novellu)

Per il 25% tredicenni Internet e solo passatempo: fidarsi di qualcuno che non si conosce e che possa, in seguito, farmi del male’ (40%), ‘imbattersi in un pedofilo’ (36%), ‘essere vittima di cyberbullismo’ (14%) o ‘imbattersi in immagini scioccanti’ (8%). Più preoccupati dei pedofili al nord, più di vedere immagini scioccanti e del cyberbullismo al sud.

Sono questi i maggiori rischi che possono derivare dall’utilizzo di Internet e dei social secondo gli adolescenti italiani. Lo rivela l’indagine ‘Adolescenza e Socialità’, realizzata dalla Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA) e dall’Associazione Laboratorio Adolescenza (su un campione di 2000 studenti di terza media).

Le differenze di comportamento nella socialità ‘on-line’ tra gli adolescenti con entrambi i genitori italiani (l’80% del campione analizzato) e quelli con almeno un genitore straniero (20%), inoltre, riguardano essenzialmente il maggior uso dei social da parte di questi ultimi con un + 6% medio, ma non ci sono differenze significative sui comportamenti a rischio.

Nota dolenti emersa dall’indagine, poi, è che per oltre il 25% del campione, Internet è solo un passatempo, mentre il 51% ritiene che potrà rivelarsi utile per il proprio futuro professionale solo in relazione al tipo di lavoro che andrà a svolgere. Appena il 22% pensa che Internet e le competenze acquisite nella navigazione in rete saranno comunque un utile bagaglio di conoscenze per il proprio futuro professionale.

«Un dato inaspettato – commenta Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza – che probabilmente deriva anche da un giudizio riduttivo che talvolta viene dato ad Internet dalla scuola e dalla famiglia. Visto spesso da genitori ed insegnanti come un ‘ladro di tempo’ nelle attività dei ragazzi, viene troppo facilmente stigmatizzato come un gioco tout-court. Anche su questo dovremmo cercare di dare ai ragazzi una informazione completa e corretta. Internet è comunque una straordinaria opportunità professionale e non solo, il che non significa – conclude – che si debba vivere in rete H24 o non ci siano regole e tempi da rispettare».

Un adolescente su quattro si finge maggiorenne su social e rete: Esperti della materia e Forze dell’ordine.

Sono queste le figure che gli adolescenti italiani ritengono più appropriate per dare informazioni sui rischi della rete e su come utilizzarla in modo prudente. Il dato emerge ancora una volta dall’indagine ‘Adolescenza e Socialità’, che rivela pure come un adolescente su quattro sui social dichiari, mentendo, di essere maggiorenne.

Le figure considerate più appropriate per svolgere questo compito – secondo gli stessi adolescenti – sono dunque ‘esperti della materia’ e Forze dell’ordine (48,5%). Più dei genitori (indicati dal 35%) e, soprattutto, più degli insegnanti, indicati dal 7,6%, superati anche dagli ‘amici’ (7,8%). Nella pratica, però, sono proprio i genitori (87%) e gli insegnanti (775) ad essere coloro che hanno fornito ai ragazzi le informazioni a riguardo.

In ogni caso, la quasi totalità degli adolescenti intervistati (95%) afferma di essere stato in qualche modo informato dei rischi legati alla navigazione in Internet e ai social e 3 adolescenti su 4 dichiarano di conoscere gli strumenti che i social mettono a disposizione per tutelare la privacy. Il problema è che all’atto pratico il 60% non utilizza questi strumenti o li utilizza poco.

Ma, ancora peggio, volendo entrare in quei social che pongono barriere di età, circa il 25% ha dichiarato di aver indicato un’età che faccia apparire maggiorenne. E sono proprio i ‘finti maggiorenni’ ad usare molto di più i social, con differenze significative per Snap Chat (48% vs 27%) e Instagram (81% vs 73%).

Ma anche ad utilizzare meno gli strumenti per tutelare la privacy (64% vs 46%). L’utilizzo dei social è anche molto maggiore tra i ragazzi delle aree metropolitane, e tra questi la percentuale di chi ha iniziato a frequentare i social dagli 11 anni in giù sale (rispetto ai piccoli centri) del 14%. Nelle grandi città a non usare gli strumenti per la tutela della privacy sono più del 60% contro il 49% nei piccoli centri.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Sostieni l'informazione libera e indipendente di Cronache Nuoresi