Processo Dore: anche Beppe Pisanu tornerà sul banco dei testimoni

Sonia

Processo Dore: anche Beppe Pisanu tornerà sul banco dei testimoni

giovedì 02 Ottobre 2014 - 12:13
Tonino Rocca (© foto S.Meloni)

Tonino Rocca (© foto S.Meloni)

Il nastro adesivo con il quale è stato avvolta Dina è stato rinvenuto tra i corpi di reato custoditi dal Tribunale di Nuoro

Non si tratta di un colpo di scena ma sicuramente di un episodio legato ad una burocrazia tutta all’italiana che può disturbare la dinamica di un processo come quello per l’omicidio della povera Dina Dore.

Questa mattina il presidente della Corte d’Assise di Nuoro Demuro ha annunciato, a sorpresa, che il nastro adesivo con il quale era stato avvolto il corpo della vittima si trovava a Nuoro e non a Roma. Questo velocizzerà  sicuramente  i tempi di analisi del nastro adesivo che è stato spedito nella stessa mattinata di oggi a Cagliari nell’istituto di Medicina di Cagliari .

Durante l’udienza è stato sentito il padre del presunto mandante dell’omicidio, Tonino Rocca, il quale su richiesta della difesa rappresentata dai Legali Lai e Manconi ha ricostruito i rapporti tra la sua famiglia e quella dei Lai.

«Fra noi – ha raccontato Tonino Rocca – c’erano rapporti di conoscenza, io andavo a comprare il giornale nel loro negozio e dopo la morte di Dina non hanno mostrato un minimo segno di rancore».

Le scatole col nastro adesivo che avvolse Dina Dore (© foto S.Meloni)

Le scatole col nastro adesivo che avvolse Dina Dore (© foto S.Meloni)

Intanto la Difesa ha chiesto di risentire anche il pensionato che aveva riferito di aver visto il “famoso” assassino di Dina in un sogno, …«in realtà a noi ci risulta che costui riferi queste cose durante un pranzo avvenuto il giorno dell’omicidio di Dina Dore».

La richiesta di tornare sui banchi dei testimoni è stata inoltrata anche all’ex minustro Ministro Pisanu, al Capo della Squadra Mobile Fabrizio Mustaro e a Fabrizio Sedda, un giovane che pare sia informato dei fatti e che sia stato minacciato a Nuoro da tre individui.

Infine si analizzeranno tutti gli scontrini del bar di Gavoi risalenti al primo aprile del 2008, ovvero il giorno nel quale Stefano Lai avrebbe raccolto la confidenza di Pierpaolo Contu relativa al fatto di essere lui l’esecutore materiale dell’omicidio.

In questo modo, ha precisato la difesa, si capirà se Stefano Lai si trovava effettivamente come lui sostiene a Gavoi.

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