Nuoro. Struttura-lager di via Aosta: i testimoni confermano le condizioni disumane

Sonia

Nuoro. Struttura-lager di via Aosta: i testimoni confermano le condizioni disumane

mercoledì 12 Ottobre 2016 - 10:01

Al via il processo. Le accuse: abbandono di incapace, somministrazione di farmaci scaduti e omicidio colposo

Si è aperto davanti alla Corte d’Assise di Nuoro il processo alla Direttrice e al Presidente della casa di cura ‘Residenza Famiglia’ di via Aosta a Nuoro, al centro di un’inchiesta per episodi di abbandono, maltrattamenti e violenze ai danni di degenti anziani o affetti da handicap avvenuti dal 2013 in poi.

Nuoro, uno dei corridoi della struttura do accoglienza (© foto S.Novellu)

Nuoro, uno dei corridoi della struttura di accoglienza (foto S.Novellu)

Sul banco degli imputati Rosanna Serra e Gianluca Masala (difesi rispettivamente da Francesco Lai e Francesco Carboni), accusati di abbandono di incapace, somministrazione di farmaci scaduti e omicidio colposo.

Nella prima udienza fiume, durata sei ore – presidente Giorgio Cannas a latere Antonella Uselli Bacchitta – hanno deposto sei dei trenta testimoni del Pm Giorgio Bocciarelli. Tra gli altri è stata sentita Sara Corrias, una operatrice socio-sanitaria all’epoca dei fatti contestati in servizio nella casa di riposo, e Sebastiano Mele, fratello dell’anziana suicida che il 5 luglio 2013 si gettò dal quarto piano dell’istituto.

Le immagini delle violenze e delle torture agli anziani

La Corrias per due ore e mezzo ha spiegato le condizioni scandalose in cui si trovavano gli ospiti: «venivano fatti alzare alle cinque della mattina e messi in fila per la doccia. Tutto questo in locali freddissimi. Insufficienti – ha poi raccontato la donna – sia i pasti che il personale: solo due operatori a notte per 40 ospiti. Inoltre il tanfo di urina era insopportabile».

Toccante la testimonianza di Mele che tra le lacrime ha ricostruito il dramma della sorella: «da anni era depressa e aveva manifestato più volte propositi autolesionistici. Più volte ho spiegato alla Serra la situazione e mi ha sempre tranquillizzato. Invece si è buttata da una finestra al quarto piano senza inferriate».

La Polizia appone i sigilli alla struttura L'Accoglienza (foto S.Novellu)

La Polizia appone i sigilli alla struttura L’Accoglienza (foto S.Novellu)

Il processo riguarda il primo troncone dell’indagine, avviata dopo il suicidio dell’anziana e culminata con il sequestro preventivo della struttura nel giugno 2015, riaperta poi qualche mese dopo.

La Polizia appone i sigilli alla struttura L’Accoglienza

La seconda tranche nasce invece dal video-choc ricavato dalle telecamere posizionate all’interno dell’edificio dalla Squadra mobile di Nuoro. Da qui l’arresto di Rosanna Serra nel maggio 2016 – finita ai domiciliari e tornata in libertà un mese fa dopo il pronunciamento del Tribunale del Riesame – e di due operatori socio sanitari, Ignazio Poggiu e Gianluca Porcu. Per altri tre operatori era scattata la misura cautelare dell’obbligo di dimora. Il processo è stato aggiornato all’8 novembre prossimo.

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