È stato confermato dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo il primo caso in Sardegna di Lumpy Skin Disease (LSD), nota anche come dermatite nodulare contagiosa, in un allevamento bovino nel Nuorese. Una notizia che ha immediatamente innescato una reazione a catena, portando alla convocazione urgente di un’Unità di Crisi composta da rappresentanti della Regione, delle Aziende Sanitarie Locali e del Ministero della Salute. La riunione è fissata per oggi alle 12, con l’obiettivo di fare il punto della situazione e adottare le misure necessarie per contenere la diffusione del virus.
La Lumpy Skin Disease è una malattia virale che colpisce esclusivamente bovini e bufali, trasmessa attraverso vettori come zanzare, mosche e zecche. I sintomi includono la comparsa di noduli sulla pelle, febbre e una drastica riduzione della produzione di latte, potendo portare anche alla morte degli animali infetti. Sebbene dall’Assessorato regionale della Sanità rassicurino che “sebbene non sia trasmissibile all’uomo, la LSD ha un impatto economico significativo sugli allevamenti a causa delle perdite produttive e delle restrizioni al commercio”, l’allerta è massima.
La prima conseguenza del focolaio è stata l’immediato blocco della movimentazione di bovini, ma anche di suini, ovicaprini ed equini, in 52 comuni di competenza della ASL di Nuoro, una misura disposta dal Servizio di Sanità Animale. Tuttavia, dopo la conferma diagnostica dall’Istituto di Teramo, l’ordinanza è stata ricalibrata: ora il blocco alla movimentazione riguarda esclusivamente i bovini, con una zona di protezione nel raggio di 20 km dall’allevamento infetto e un’area di sorveglianza estesa a 50 km