La controversa riforma sanitaria voluta dalla Giunta regionale guidata da Alessandra Todde è finita sotto la lente della Corte Costituzionale. A renderlo noto è Corrado Meloni, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, che in una nota stampa ha duramente criticato l’iniziativa, definendola un mero “poltronificio” orchestrato per commissariare i direttori generali delle aziende sanitarie e favorire una rapida “spartizione delle poltrone”.
Secondo Meloni, la Giunta Todde avrebbe deliberatamente ritardato l’approvazione della Finanziaria, il documento di programmazione più importante della Regione, per dare priorità alla pseudo-riforma firmata dall’assessore Bartolazzi. Questa mossa, sempre secondo il consigliere di FdI, ha portato la Sardegna a un inedito quarto mese di esercizio provvisorio, con le conseguenti ripercussioni negative.
Ora, per la Giunta regionale e la sua maggioranza arriva un’ulteriore tegola: la richiesta dell’ufficio legale del Ministero della Salute al Consiglio dei Ministri di impugnare la legge approvata lo scorso 11 marzo davanti alla Corte Costituzionale, ritenendo “incostituzionali” i commissariamenti previsti.
“Non solo inadeguati, ma pure distratti,” ha aggiunto Meloni, evidenziando come il Ministero della Salute affermi di non aver ricevuto alcun riscontro ai chiarimenti richiesti lo scorso 1 aprile per scongiurare profili di incostituzionalità. Il consigliere di Fratelli d’Italia ha inoltre ricordato come le minoranze di Centrodestra avessero ripetutamente invitato la Giunta a ritirare il disegno di legge fin dalla fase di discussione in Commissione e in Aula. “Avrebbero potuto evitare l’ennesima pessima figura della Giunta Todde e del ‘campo largo’ che la sostiene,” ha commentato Meloni.
Infine, il consigliere di FdI ha posto l’accento sulle urgenti problematiche del sistema sanitario sardo, che i cittadini si aspettano di vedere risolte con atti concreti. Meloni ha citato le “liste d’attesa infinite, carenza di medici e personale sanitario, stipendi inadeguati a frenare l’emorragia di professionalità che fuggono dal pubblico al privato,” sottolineando come le risorse messe in campo dalla Giunta per affrontare queste emergenze siano insufficienti.