A Sassari vietata la conclusione della manifestazione in piazza Italia: è polemica

Franceschino Nieddu

A Sassari vietata la conclusione della manifestazione in piazza Italia: è polemica

venerdì 02 Dicembre 2022 - 19:21
A Sassari vietata  la conclusione della manifestazione in piazza Italia: è polemica

Manifestazione a Sassari (foto Giua)

Lo sciopero generale che in Sardegna ha visto Cobas e Usb e organizzazioni sindacali di base in piazza a Cagliari e a Sassari  con bandiere e striscioni contro manovra di bilancio, guerra e per il futuro della scuola è stato contornato da una polemica.

A Sassari, infatti,  il Cobas, ha deciso di non fare il corteo ma rimanere in piazza Castello anche con gli interventi contro il divieto della Questura di Sassari di concludere la manifestazione in piazza d’Italia davanti alla Prefettura di Sassari

Manifestazione a Sassari (foto Giua)

«La comunicazione  ufficiale per la manifestazione regionale, è stata inviata il 24 novembre  scorso, tutto sembrava regolare ma ieri, 1 dicembre ribadisce l’organizzazione sindacale, la Questura ha vietato per motivi di ordine pubblico la conclusione della manifestazione nella piazza principale della città».

I Cobas Sardegna e le altre organizzazioni aderenti alla manifestazione – si legge in una nota – ribadiscono che il divieto di concludere la manifestazione in piazza d’Italia sia assolutamente immotivato, poiché non esiste alcuna valida ragione di ordine pubblico, e stigmatizzano tale decisione ribadendo la totale e palese violazione dei diritti costituzionali che dovrebbero essere garantiti. “Giù le armi, su i salari”, lo slogan della manifestazione sassarese. «Contro la guerra e l’economia di guerra – spiegano i partecipanti – per la pace, contro le servitù militari in Sardegna, per il disarmo e la chiusura delle fabbriche di armi. Contro la legge di bilancio che toglie ai poveri e non investe in alcuna spesa sociale e di istruzione». A Cagliari, invece, presidio nella centralissima via Roma davanti al Consiglio regionale sempre con bandiere e striscioni. «Chiediamo – questa la protesta di Usb – una politica economica diversa, che sia a favore dei più deboli, dei precari e disoccupati e che tuteli il potere di acquisto degli stipendi e delle pensioni e non le spese per la guerra, che garantisca la sanità pubblica, la scuola e tutta l’economia pubblica invece di dirottare risorse verso la grande impresa ed il capitale». Anche la scuola tra i temi della manifestazione: nel mirino il nuovo contratto, le organizzazioni di base chiedono la stabilizzazione dei precari.

F.Nieddu

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