Nuoro. Dopo 6 anni torna “La grande prosa e danza” organizzata dal CeDac

Sonia

Nuoro. Dopo 6 anni torna “La grande prosa e danza” organizzata dal CeDac

domenica 13 Novembre 2022 - 17:12
Nuoro. Dopo 6 anni torna “La grande prosa e danza” organizzata dal CeDac

Dopo sei anni torna a Nuoro la stagione teatrale “La grande prosa e danza” organizzata dal CeDac (Circuito multidisciplinare dello spettacolo dal vivo in Sardegna), che si svolgerà interamente al teatro Bocheteatro, con il patrocinio e il sostegno del Comune di Nuoro, della Regione Sardegna e del ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna il supporto di Sardinia Ferries. L’evento è stato presentato stamattina in Comune dall’assessore alla Cultura Luigi Crisponi, l’assessora al Bilancio Rachele Piras, Valeria Ciabattoni, direttrice artistica del CeDac e l’attore Giovanni Carroni di Bocheteatro, unanimi nell’esprimere soddisfazione per il ritorno a Nuoro de “La Grande prosa e danza.

Sei titoli in cartellone dal 26 novembre all’8 marzo con originali mises en scène da racconti e romanzi, come “La corsa dietro il vento” di e con Gioele Dix, ispirata al mondo di Dino Buzzati e “Agnese e l’altra” di Giovanni Carroni, storia di un amore “proibito” da “La Madre” di Grazia Deledda accanto a un testo cult del Novecento come “Persone Naturali e Strafottenti” di Giuseppe Patroni Griffi, che racconta una Napoli segreta e oscura, e ancora “Snowflake” di Mike Bartlett, nella versione italiana di Stefano Patti, sui conflitti generazionali e “La buona educazione” di Mariano Dammacco (testo vincitore dell’Italian And American Playwrights Project 2020/22) che si interroga sui principi e le idee che costituiscono la nostra eredità in quanto esseri umani, mentre è dedicato al grande compositore argentino Astor Piazzolla “Astor / Un secolo di Tango” del Balletto di Roma.

Sotto i riflettori artisti di spicco del panorama nazionale. Da Marisa Laurito, protagonista con Giancarlo Nicoletti, Giovanni Anzaldo e Livio Beshir, a Gioele Dix in scena con Valentina Cardinali, Marco Quaglia con Adalgisa Manfrida e Lucrezia Forni, Serena Balivo (Premio Ubu 2017 come miglior nuova attrice) e Monica Corimbi con Noemi Medas e Andrea Carroni, e infine i danzatori del Balletto di Roma che sulle note del bandoneón e della fisarmonica di Mario Stefano Pietrodarchi evocano le suggestioni del popolare ballo argentino reinventato da Astor Piazzolla.

Una vetrina delle più interessanti produzioni italiane, con particolare attenzione al teatro britannico e alla temperie culturale d’oltre oceano, tra vite ai margini e ritratti di famiglia, storie d’amore, strani incontri e anticipazioni di futuro, per affrontare temi come l’incomunicabilità e le incomprensioni tra genitori e figli, le ingiustizie e le discriminazioni che alimentano la rabbia e l’ansia di riscatto, i pregiudizi e le paure, l’importanza dell’educazione e la coscienza del bene e del male.

Sabato 26 novembre alle 20.30 – Viaggio tra atmosfere oniriche e fantastiche ne “La corsa dietro il vento / Dino Buzzati o l’incanto del mondo” con Gioele Dix, che firma drammaturgia e regia, e Valentina Cardinali (produzione CTB / Centro Teatrale Bresciano): uno spettacolo originale ispirato alle opere del grande scrittore, giornalista, pittore, ma soprattutto «fine scrutatore d’anime». Un “mosaico” di personaggi e vicende umane usciti dalle pagine dei “Sessanta Racconti”, “Il colombre” e “In quel preciso momento”, rievocati sulla scena tra inquietudine e mistero: simboli arcani e sogni premonitori, insensate paure e pensieri sulla malattia e sulla morte, disincanto e solitudine compongono un universo immaginifico in cui è facile riconoscersi o ritrovare una parte di sé. «Ho cominciato a leggere i racconti di Dino Buzzati all’età di dodici anni» – rivela Gioele Dix –. «La sua voce assomiglia spesso alla mia. Lo considero l’inventore di racconti perfetti, che non solo ti avvincono – perché vuoi sapere come vanno a finire – ma ti lasciano sempre un segno dentro, ineffabile però familiare».

Giovedì 15 dicembre alle 20.30 – Un ritratto di famiglia in “Snowflake” di Mike Bartlett (produzione 369gradi), con Marco Quaglia, Adalgisa Manfrida e Lucrezia Forni per la regia di Stefano Patti (sua anche la traduzione del testo): la pièce, che ha debuttato a Oxford nel 2018 e in Italia nel 2021, nella rassegna Trend curata da Rodolfo di Gianmarco, mette l’accento sui conflitti generazionali e le incomprensioni tra genitori e figli, e sull’incapacità di comunicare, nonostante l’affetto. Il dialogo tra Andy e la figlia Maya si è interrotto da quando la giovane è andata via di casa, ma le Feste di Natale potrebbero forse rappresentare l’occasione per ritrovarsi, sempre che lei lo desideri. Negli ultimi tre anni non si sono mai incontrati, e non hanno scambiato mai una parola e a dividerli, oltre l’età e i rispettivi ruoli, sono gusti e temperamenti: Andy apprezza la televisione, gli piace bere una pinta di birra al bar e ascoltare i dischi dall’inizio alla fine; Maya invece indossa scarpe costose, ama le discussioni anche feroci «e ha un piano segreto per abbattere il governo…».

Giovedì 19 gennaio alle 20.30 – Una commedia nera per indagare il gioco delle passioni, e delle rivendicazioni, più o meno amare: “Persone Naturali e Strafottenti” di Giuseppe Patroni Griffi con Marisa Laurito nel ruolo interpretato da Pupella Maggio nella prima edizione, Giancarlo Nicoletti (che firma anche la regia), Giovanni Anzaldo e Livio Beshir (produzione Altra Scena) racconta storie di vite ai margini, tra povertà a squallore, cattivera e indignazione davanti a soprusi e ingiustizie. Una pièce cruda e poetica, divertente e ancora attualissima, a quasi cinquant’anni dalla prima, nel 1974, che mette a nudo passioni e desideri inconfessabili, rabbia e paura, ambizioni personali e ansia di riscatto. In una vigilia di Capodanno a Napoli si incrociano quattro destini Mariacallàs, un “femminiello”, perennemente in lite con la sua padrona di casa, Donna Violante, un tempo serva in un bordello, “offre” la sua stanza a Fred, uno studente che sogna di vivere liberamente la propria omosessualità e Byron, uno scrittore che vorrebbe distruggere il mondo per vendicarsi di secoli di sopraffazioni e schiavitù, entrambi in cerca dell’ebbrezza di una notte…

Venerdì 3 febbraio alle 20.30 – Si ispira a un celebre romanzo di Grazia Deledda “Agnese e l’altra”, trasposizione teatrale de “La Madre” con drammaturgia e regia di Giovanni Carroni, nell’interpretazione di Monica Corimbi, Noemi Medas e Andrea Carroni: una versione originale dell’opera che, spiega Carroni, affronta un tema «da sempre discusso all’interno e fuori della chiesa: il celibato dei preti». La passione “proibita” tra Don Paolo, un giovane sacerdote e Agnese, una giovane vedova, rischia i stravolgere l’ordine sociale e provocare uno scandalo nella comunità ma soprattutto di ferire la madre di lui, Maria Maddalena che su quel figlio ha riversato tutto il suo affetto e le sue speranze. Una continua lacerazione dell’anima costringe Paolo, in bilico tra il rispetto e l’obbedienza verso colei che l’ha cresciuto tra tanti sacrifici e l’amore per Agnese, a cercare di allontanarsi e fuggire, per poi cedere a quel sentimento che lo attrae irresistibilmente verso la giovane donna, «come in balia di un vento feroce, protagonista sonoro della vicenda (così come nel romanzo)» – sottolinea Carroni –, «che lo “spinge e respinge” verso la sua amata».

Sabato 25 febbraio alle 20.30 – Una riflessione sul patrimonio di idee e saperi da tramandare con “La buona educazione” di Mariano Dammacco, che firma anche drammaturgia e regia, con Serena Balivo (Premio Ubu 2017 come nuova attrice o performer), una pièce originale incentrata sulla responsabilità di assicurare la crescita armoniosa di un bambino (produzione Piccola Compagnia Dammacco – Teatro di Dioniso). «Una donna deve prendersi cura di un giovane essere umano, ultimo erede della sua stirpe» – spiega Dammacco –. «Deve ospitarlo nella sua vita, nella sua casa, nella sua mente, deve educarlo, progettare il suo futuro, deve contribuire all’edificazione di un giovane Uomo». “La buona educazione” – testo vincitore dell’Italian And American Playwrights Project 2020/22 – mette l’accento su alcuni interrogativi fondamentali, sulle modalità dell’apprendimento, e soprattutto sui contenuti, per indagare, attraverso il rapporto tra una zia e un nipote, sui modelli pedagogici e soprattutto su che cosa significhi essere “umani”.

Mercoledì 8 marzo – Il fascino e la sensualità del popolare ballo argentino con “Astor / Un secolo di Tango” del Balletto di Roma, con coreografie di Valerio Longo e regia di Carlos Branca, che firmano un ammaliante racconto per quadri ispirato alla figura e alla musica del grande compositore, tra gli artefici del Nuevo Tango. Sotto i riflettori i danzatori del Balletto di Roma sulle note di Astor Piazzolla e dei brani originali di Luca Salvadori (suoi anche gli arrangiamenti), interpretati da Mario Stefano Pietrodarchi al bandoneón e alla fisarmonica, per un intrigante “concerto di danza” che «rievoca i sentimenti degli odierni viaggiatori del mondo, l’umanità intera, andando oltre la purezza tecnica e rituale del tango, per rafforzarne energie, desideri e palpitazioni tutte contemporanee» – si legge nella presentazione –. «Un concerto da cui fioriscono corpi capaci di esprimere l’audacia di un respiro mancato e quella di un abbraccio negato: primo atto d’amore dopo una violenza che tutto ha spazzato via, tranne la voglia di stringersi e ritrovarsi».

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