Quando in Italia si risveglia la censura: ritirato l’invito a un festival a un fotografo russo e annullato un corso su Dostoevskij alla Bicocca di Milano

Salvatore

Quando in Italia si risveglia la censura: ritirato l’invito a un festival a un fotografo russo e annullato un corso su Dostoevskij alla Bicocca di Milano

mercoledì 02 Marzo 2022 - 09:08
Quando in Italia si risveglia la censura: ritirato l’invito a un festival a un fotografo russo e annullato un corso su Dostoevskij alla Bicocca di Milano

Paolo Nori

Mentre l’attenzione del mondo, improvvisamente, sembra essersi spostata dal Covid al conflitto Russo-Ucraino, e mentre i media, finito il tempo (e soprattutto le tempistiche) dei grandi reportage di guerra, fanno a gara per inseguire la notizia dell’ultimo secondo per battere la concorrenza, anche a costo di diffondere fake news e immagini fake, come è accaduto più volte nei giorni scorsi, in Italia iniziano a riemergere antichi vizi come quello della censura.

E questo accade su due livelli, uno più greto, quello dei commenti sui social – sotto gli occhi di tutti anche sulle nostre pagine – in cui emerge un sentimento di chiusura e di ostilità a ogni iniziativa di solidarietà nei confronti del popolo ucraino (come le varie marce della pace, l’ospitalità delle famiglie in fuga o le raccolte di generi di prima necessità), che in questi giorni sta pagando a caro prezzo le scelte politiche scellerate di Putin e dei retroscena di politica internazionale che hanno mosso la sua mano. Atteggiamento già visto in più occasioni, durante gli arrivi dei barconi profughi nei porti italiani nei mesi scorsi.

E poi c’è una censura più consapevole, quella più grave e pericolosa, quella che si insinua negli ambienti della cultura. E in questi giorni, purtroppo, ne abbiamo avuto due esempi eclatanti, che non saranno ne gli unici ne gli ultimi. A sollevare il problema lo scrittore parmense Paolo Nori, docente al dipartimento di Studi Umanistici dello IULM di Milano nonché autore, tra le altre cose, di Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fëdor M. Dostoevskij  (2021). Nori, attraverso il suo canale Instagram, riferisce di un episodio increscioso di cui è stato involontario protagonista ovvero l’annullamento da parte dell’Università Bicocca di Milano, di un suo imminente corso su Dostoevskij con questa motivazione: “Evitare ogni forma di polemica, soprattutto interna, in quanto momento di forte tensione”. «Non solo essere un russo vivente è una colpa oggi in Italia – commenta in lacrime lo scrittore -, ma anche da morto, e per di più un russo che quando era vivo, nel 1849, era stato condannato a morte per aver letto una cosa proibita. È una cosa assurda… di quanto sta accadendo in Ucraina bisognerebbe parlarne di più, non censurare».

E quello di Nori non è un caso isolato, sempre in Italia, infatti, ma questa volta a Reggio Emilia, in occasione del festival “Fotografia Europea”, è stato revocato l’invito a partecipare al fotografo paesaggista russo Aleksander Gronsky. Arrestato nei giorni scorsi mentre protestava contro la guerra dove sette anni fa fu assassinato il dissidente russo Boris Nemtsov, Gronsky è rimasto in detenzione dodici ore e ha commentato così la cancellazione della sua mostra a Reggio Emilia: “Era prevedibile. Capisco perfettamente che ora sia assolutamente inappropriato collaborare con qualsiasi istituzione russa. Dobbiamo fermare la guerra”.

S.N. © Tutti i diritti riservati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Sostieni l'informazione libera e indipendente di Cronache Nuoresi