Covid. I Virologi: riaprire senza commettere gli errori del 2020

Sonia

Covid. I Virologi: riaprire senza commettere gli errori del 2020

sabato 17 Aprile 2021 - 19:42
Covid. I Virologi: riaprire senza commettere gli errori del 2020

Covid. Negozio (foto S.Novellu)

Essere vaccinati non vorrà dire poter togliere la mascherina: per riaprire in sicurezza è importante continuare a tenere alta la guardia finché non sarà raggiunta l’immunità di gregge. «In attesa di quel momento l’alternativa non è certamente restare chiusi: si tratta di sfruttare nel migliore dei modi il vantaggio combinato della vaccinazione e dell’estate», osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca. «È importante – aggiunge – non ripetere gli errori fatti nell’estate 2020». La mascherina non va tolta dopo essere stati vaccinati “perché la vaccinazione non è efficace al 100% e, soprattutto, non è riferita all’infezione ma alla malattia”. Essere vaccinati significa infatti ridurre notevolmente il rischio di ammalarsi di Covid-19, ma «non garantisce di non infettarsi, né di non poter trasmettere l’infezione». Se da domenica 18 aprile in Israele non sarà più obbligatorio indossare la mascherina all’aria aperta,  «questo è possibile perché nel Paese è stato vaccinato il 65% della popolazione con Pfizer, raggiungendo il 90% negli over 60. Vedremo come andrà, non è detto che sia corretto. Certamente – osserva il virologo – non è una situazione confrontabile a quella italiana, dove il 17% della popolazione ha fatto la prima dose e il 7% la seconda, con 10,5 milioni di vaccini Pfizer somministrati, 3 milioni di AstraZeneca, che blocca molto meno l’infezione, e quasi un milione di Moderna». Con questi numeri, prosegue l’esperto, «non possiamo applicare la stessa regola: se chi è stato vaccinato non indossa la mascherina ha comunque la probabilità di infettarsi, anche se senza conseguenze, e di trasmettere l’infezione».

L’importante, osserva, è evitare che si ripeta quello che è avvenuto nell’estate 2020, quando il virus circolava meno, ma la mancanza di un tracciamento e di un contenimento adeguati ha fatto risalire la curva dell’epidemia. Insegna molto anche l’esperienza del Cile, che ogni giorno continua a vedere aumentare i nuovi casi con il 37% della popolazione vaccinata. Tra le possibili cause, osserva Broccolo, ci sono «la diffusione di ceppi di coronavirus più virulenti dal Brasile, l’aumento del numero di cileni che viaggiano nel Paese e, soprattutto, la ridotta adesione alle distanze sociali dopo il programma di vaccinazione ha dato alle persone un falso senso di sicurezza. È ancora un esempio di come vaccinarsi non vuol dire togliere la mascherina e non mantenere il distanziamento: finché non si arriva a circa il 70% della popolazione vaccinata togliere le mascherine significa vanificare l’effetto del vaccino ». Ha inoltre senso continuare a fare i test, soprattutto considerando la circolazione delle varianti e il fatto che alcuni vaccini non sono in grado di contrastarle. «Le varianti complicano ulteriormente la situazione, considerando che non possiamo togliere mascherina finché non sia vaccinato circa il 70% della popolazione: una percentuale che al ritmo attuale sarà possibile raggiungere solo a fine anno», osserva Broccolo. Anche nel caso in cui si riuscisse a raggiungere il livello di 500.000 dosi al giorno, «l’immunità di gregge non si potrà raggiungere se non a fine agosto. Di conseguenza – conclude – in estate non potrà stare essere senza mascherina».

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