Coronavirus. Salgono i contagi in Italia, focolai piccoli ma diffusi

Sonia

Coronavirus. Salgono i contagi in Italia, focolai piccoli ma diffusi

giovedì 23 Luglio 2020 - 22:14
Coronavirus. Salgono i contagi in Italia, focolai piccoli ma diffusi

De Luca, stop negozi che non usano mascherine. Solo 12% ha Immuni

Il Coronavirus si sta lentamente ripresentando in tutte le parti d’Italia e nelle ultime 24 ore solo una regione, la Valle d’Aosta, ha fatto registrare zero nuovi casi. I positivi sono 306, complice il numero di tamponi, oltre 60 mila dopo molti giorni ben al di sotto. Le vittime sono 10, meno della media di luglio, ma preoccupano i focolai che si accendono lungo tutta la penisola. E per il tracciamento degli infetti non sembra potersi contare sulla App Immuni, scaricata solo dall’12% dei possessori di smartphone (4,3 milioni di persone), secondo il ministro dell’Innovazione Paola Pisano. La soglia per renderla efficace era fissata al 60%. I nuovi positivi odierni sono 82 in Lombardia, solo il 26,7% del totale, ma secondo la Fondazione Gimbe la regione più colpita dal Covid ha ancora il 57% dei malati, i cosiddetti ‘attualmente positivi’ (6 infetti su 10). L’andamento del contagio rimane costante in Italia, secondo lo studio indipendente: nella settimana dal 15 al 21 luglio ci sono stati 1.408 nuovi casi, un trend “stabile rispetto alla settimana precedente”, ma con meno tamponi effettuati. In 8 regioni i casi sono in riduzione, in 11 in aumento e in 2 sono stabili. Spiccano l’incremento in Veneto (+172) e il calo in Lombardia (-184), moderati aumenti in Liguria (+44), Toscana (+30) e Campania (+28), diminuzione nel Lazio (-46) e in Piemonte (-35). Il problema sono i nuovi nuovi focolai e i ‘casi di rientro’ dall’estero. Tra i primi si segnalano quello in una residenza per anziani a Bologna con 15 casi e quello di Rovereto, in Trentino, con altri 24 positivi dopo i 16 del giorno prima, una situazione che non riguarda più solo il corriere espresso Brt. Tra i casi di rientro invece si registrano due badanti tornate in pullman a Roma dalla Romania – tra i Paesi più colpiti nelle ultime settimane -, che portano a 12 sui 26 odierni nel Lazio gli infetti di ‘importazione’. Nuovo cluster anche in Molise: contagiati 7 venezuelani, 5 dei quali arrivati dalla Serbia. Oltre agli 82 casi in Lombardia i nuovi positivi odierni sono 55 in Emilia Romagna, 30 nella Provincia autonoma di Trento, 26 nel Lazio, 22 in Veneto, 16 in Campania, 15 in Liguria e 10 in Abruzzo. Tutte le altre regioni hanno un incremento a una sola cifra, tranne la Val d’Aosta a zero.

Non molti giorni fa erano ben più di 10 le regioni senza nuovi contagiati nelle 24 ore. Così come quelle senza pazienti in terapia intensiva, che ora sono 9. Le persone in rianimazione passano comunque da 48 a 49, i ricoverati con sintomi sono 713 (-11), quelli in isolamento domiciliare 11.642 (+92). I guariti arrivano a 197.842 (+214). Se il governo pensa di prorogare lo stato d’emergenza sanitaria al 31 ottobre, i presidenti di Regione – sei dei quali in campagna elettorale – valutano nuovi provvedimenti per arginare movida e assembramenti.

In Campania Vincenzo De Luca ha pronta un’ordinanza per la chiusura dei negozi in cui non si indossano le mascherine. «Sono preoccupatissimo – dice – a settembre con la ripresa delle scuole si rischia la ripresa del contagio e a quel punto si dovrà chiudere tutto». Il lockdown «può esserci in aree dove si sviluppano focolai – afferma il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri -, ma si tratterebbe di lockdown chirurgici».

Sileri non ritiene il trend preoccupante, ma l’infettivologo Stefano Vella della Cattolica di Roma teme che «se i focolai diventano tanti, i servizi sanitari territoriali potrebbero andare in difficoltà».

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