Quarantena. Bianca Pitzorno: liberate gli over 70

Salvatore

Quarantena. Bianca Pitzorno: liberate gli over 70

lunedì 27 Aprile 2020 - 20:09
Quarantena. Bianca Pitzorno: liberate gli over 70

La scrittrice Bianca Pitzorno

«Chiudere in casa gli anziani per proteggerli, a parte nei casi di gravi patologie, sarebbe una condanna a morte anzitempo».

La scrittrice Bianca Pitzorno – tra i firmatari dell’appello al governo e al presidente della Repubblica siglato da 122 intellettuali, scrittori e artisti over 70 per la libertà – invita a riflettere sulle contraddizioni con cui ha dovuto fare i conti il mondo della terza età nei giorni della pandemia.

«Chi avrebbe mai proibito a Rita Levi Montalcini di continuare a fare le sue ricerche?», dice la Pitzorno, una delle nostre maggiori autrici di libri per ragazzi che in Italia ha venduto complessivamente 2,5 milioni di copie e non ama essere messa in ”recinti” letterari. E aggiunge: «Da un lato ci vogliono far lavorare e prolungare la pensione fino a 70 anni e dall’altro già a 60 anni sei da buttare via e se mancano i posti in terapia intensiva sei il primo a essere chiuso a casa e arrivederci. Ci sono tanti settantenni attivi, in buona salute, che hanno tanto da dire ai giovani. Impedirgli di uscire anche quando sarà possibile farlo per tutti gli altri, sarebbe davvero un’assurdità” dice l’autrice sarda de L’incredibile storia di Lavinia e Ascolta il mio cuore.

«Ma ci siamo resi conto – incalza la scrittrice che vive a Milano e la prossima estate compirà 78 anni – che il mondo è in mano ai vecchi? Il Papa, Trump, Putin, la Regina Elisabetta, la maggior parte dei potenti quanti anni hanno? A essere stato dato per morto è stato piuttosto il presidente della Corea del Nord Kim Jong-un che è un bambino in confronto a loro».

L’appello firmato, tra gli altri da Massimo Cacciari, Carlo Ginzburg, Giorgio Agamben, Eugenio Borgna, Salvatore Natoli, Ginevra Bompiani, “vuole salvaguardare la salute, ma anche la dignità e libertà” degli over 70.

«Sarebbe inaccettabile l’idea di restare barricati in casa con il divieto di uscire. Lo Stato non può togliermi la libertà a meno che non mi faccia un processo e mi condanni a un tot di tempo di reclusione». Bianca Pitzorno, per la quale la quarantena è cominciata da gennaio 2019, dopo un’intervento per una seconda protesi all’anca andato male, non si è mai fermata prima che le accadesse questa disavventura.

«Sono semi prigioniera da un anno e 4 mesi. Con due stampelle riesco a uscire per la fisioterapia. È molto pesante. Quest’estate compio 78 anni, ma prima di questa disavventura stavo benissimo. Andavo da tutte le parti da sola, a fare presentazioni di libri. Appartengo a una famiglia di donne sarde molto longeve, ultracentenarie. Capisco ancora di più cosa vuol dire, in questo momento, essere costretti all’immobilità. Bisogna dimostrare, non con le percentuali, che gli anziani sono in condizioni fisiche peggiori di altri. Ci sono giovani più malconci di me. E poi? Tutte le altre malattie? Ho letto la storia di un malato di Sla a cui è stata tolta la fisioterapia. E la parte psicologica, la mente, non esiste?» dice la Pitzorno.

Proprio partendo dall’angoscia che sta provando nei giorni della reclusione milanese è nata alla giornalista e scrittrice Donatella Bisutti, che non è nuova a manifesti e iniziative di questo tipo, l’idea dell’appello degli over 70. “E’ un appello super partes, non ideologico. Volevo fosse un manifesto civile per la cultura, ma che servisse a tutti, anche a chi non è famoso. Ci sono tutte le professioni nel campo della cultura, dagli scrittori agli architetti ai giuristi, ci sono posizioni politiche diverse, da Comunione e Liberazione alla sinistra. Una rappresentazione a 360 gradi della cultura e delle varie posizioni politiche e ideologiche» spiega la Bisutti. E la Pitzorno ricorda una conferenza del suo bisnonno che era medico, come suo padre e suo nonno, quando c’è stato il colera che in Sardegna ha più che decimato la popolazione. «Le cose suggerite erano le stesse di oggi: l’igiene, perché la cura non c’era, come adesso».

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