Niente reparto di Emodinamica. Parte la protesta dei cardiopatici: stop ai medicinali salvavita

Sonia

Niente reparto di Emodinamica. Parte la protesta dei cardiopatici: stop ai medicinali salvavita

giovedì 09 Gennaio 2020 - 22:16
Niente reparto di Emodinamica. Parte la protesta dei cardiopatici: stop ai medicinali salvavita

L'ospedale NS della Mercede di Lanusei

Da domani i cardiopatici dell’associazione Amici del Cuore riprendono la protesta attivata nei corridoi del reparto dell’ospedale Ogliastrino e sono decisi a portarla sino alle estreme conseguenze: da domani inizierà lo sciopero dei farmaci salvavita. Il motivo è che non è arrivata la firma dell’Ats, attesa entro l’8 gennaio, per l’attivazione del Reparto di Emodinamica dell’ospedale Santa Maria della Mercede a Lanusei.

«Siamo arrivati qui stamattina e stiamo occupando il reparto ma da domani cominciamo lo sciopero dei farmaci – ha detto  il direttore dell’associazione, Francesco Doneddu -. Adesso basta, noi non crediamo più a una parola di quello che dicono e cioè che l’Assessorato alla Sanità starebbe lavorando per l’attivazione del servizio».

Doneddu ha scritto una lettera indirizzata ai dirigenti del reparto di Cardiologia e del Pronto Soccorso, con la quale dà il via allo sciopero dei farmaci e diffida chiunque dal trattarlo con i medicinali nel caso stia male.

«Non è più sopportabile l’inerzia che da troppo tempo impedisce l’entrata in funzione della sala di emodinamica allestita da oltre otto anni all’ospedale Santa Maria della Mercede. Ritengo non vi siano più giustificazioni serie e plausibili nel non dare a tutta l’Ogliastra un servizio di vitale importanza. Solo persone come me e come i 1200 cardiopatici ogliastrini che hanno vissuto sulla propria pelle i disagi, può rendersi contro dell’azione intrapresa e della fondatezza della lotta in atto. Spero che l’intervento delle autorità proposte, il presidente Christian Solinas e l’assessore Mario Nieddu mi permettano, attraverso l’apertura del servizio, di riprendere l’assunzione dei farmaci salvavita. In caso contrario – conclude la lettera – sono determinato a portare sino alle estreme conseguenze la lotta intrapresa e diffido chiunque dal praticarmi cure forzose dispensandolo nel contempo da qualunque responsabilità possa eventualmente derivarne».

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