Luigi Arru: “pronto a dimettermi ma ho fatto il possibile per la Sanità”

Sonia

Luigi Arru: “pronto a dimettermi ma ho fatto il possibile per la Sanità”

venerdì 03 Agosto 2018 - 08:55
Luigi Arru: “pronto a dimettermi ma ho fatto il possibile per la Sanità”

L'assessore Luigi Arru

L’attuazione delle Rete ospedaliera, i presidi per i diabetici, il Mater Olbia e la vicenda Aias: sono alcuni dei punti affrontati dall’assessore della Sanità, Luigi Arru, al termine del dibattito in Consiglio regionale su due mozioni bipartisan che chiedevano le proprie dimissioni.

A chi ha sollevato dubbi sulla validità ed efficacia della Rete ospedaliera, Arru ha ribadito che sono stati chiesti documenti dal Ministero della Salute, per capire se la riforma risponde ai livelli essenziali di assistenza e alle norme di tutela dei cittadini. «Ci hanno fatto osservazioni per capire i punti di accesso alle patologie tempo dipendenti e voluto chiarimenti sui presidi di area disagiata. Nessuna bocciatura, quindi, se ritardo c’è, questo è legato anche al cambio di Governo. Di sicuro abbiamo sbloccato 250 milioni, sull’edilizia sanitaria, fermi a Roma perché non avevamo la riforma.

Sui nuovi presidi per i diabetici, l’assessore ha ammesso che ci sono state difficoltà nell’applicazione della delibera che prevede l’utilizzo del Freestyle, ma anche citato atti di osservatori scientifici specializzati che certificano la varietà e quantità di presidi messi a disposizione dalla Regione. «Non dico certamente che va tutto bene, ma non mi pento neanche per aver ricostituito la Consulta della Diabetologia dopo cinque anni di vuoto, aver istituito la rete oncologica, aver dato alla Sardegna per la prima volta un servizio moderno e dedicato di elisoccorso». L’esponente della Giunta ha ricordato che con questa maggioranza e in questa legislatura si sta combattendo il precariato in sanità, facendo stabilizzazioni e assunzioni di personale da anni nel sistema sanità. «Non mi pento neanche di aver fatto in due mesi, sul Mater Olbia, quello che non è stato fatto in cinque anni nella scorsa legislatura, con la schiena dritta davanti a tutti, Qatar e Governo, inserendo il Mater all’interno della nostra programmazione, nella Rete, e prevedendo la collaborazione con le nostre Università».

Infine, sulla vicenda Aias l’assessore ha citato i 150 milioni in tre anni avuti dall’associazione dal committente pubblico e sottolineato ancora una volta che «non c’è relazione tra i pagamenti delle fatture e quello degli stipendi, come hanno detto anche i giudici amministrativi. È ora di finirla con famiglie messe alla fame non per responsabilità della Giunta né dell’Ats. Se sono sicuri di essere nel giusto, facciano esaminare i bilanci da un soggetto terzo, che analizzi anche quello che ha dato la Regione in questi anni all’Aias». Arru ha concluso il suo accorato intervento dicendosi «pronto a tornare a fare il medico», ma con la consapevolezza di aver fatto quanto possibile per la sanità sarda e tenendosi lontano da logiche che nulla hanno a che vedere con l’interesse dei pazienti.

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Un commento  - mostra commenti

  1. Ebbene si sulla riforma sanitaria sarda vado contro tendenza e non partecipo al tiro al piccione contro l’assessore Arru.

    Questo vuole dire che nella sanità sarda va tutto bene? Ma assolutamente no. E nemmeno vuole dire che in questi ultimi anni la sanità sarda è migliorata.

    Il punto è un altro. La sanità sarda è commissariata da anni, nel senso che se non si rientra nei parametri nazionali vengono meno finanziamenti statali e il tutto si ripercuote sulla tassazione dei cittadini sardi.

    Ecco perché difendo l’operato di Arru, è stato il primo assessore sardo alla sanità che volente o nolente ha davvero avviato una riforma sanitaria.
    Al contrario di tutti i suoi predecessori che facevano finte riforme per poter procedere a nomine politiche ai vertici sanitari.

    Questa è la pura e semplice verità che una la classe politica seria dovrebbe condividere.

    Questo non vuole certo dire che tutto è stato fatto bene ma nemmeno dovrebbe essere una contestazione su ogni intervento o taglio fatto dalla riforma, speculando sulle giuste o meno contestazioni localistiche.

    Se i parametri sardi erano distanti da quelli ottimali, tanto da portare al commissariato, qualche spreco in giro per le strutture sanitarie sarde vi deve pur essere.

    Ecco perché una critica seria deve essere anche costruttiva: hai tagliato su una struttura indispensabile mentre invece sarebbe stato ottimale tagliare su altra struttura inefficiente e non indispensabile per i cittadini.

    Le riforme serie inevitabilmente non possono accontentare tutti, anzi un buon sintomo è quando un po’ tutti sono scontenti, e su questo mi pare che la riforma Arru ha centrato.

    Non sono un attento esperto per cui mi limito a queste considerazioni generali ma su un punto mi sento di contestare fortemente questa riforma. Afferma Arru:
    «Non mi pento neanche di aver fatto in due mesi, sul Mater Olbia, quello che non è stato fatto in cinque anni nella scorsa legislatura, con la schiena dritta davanti a tutti, Qatar e Governo, inserendo il Mater all’interno della nostra programmazione, nella Rete, e prevedendo la collaborazione con le nostre Università».

    Trovo vergognoso e pericoloso per il futuro l’inserimento di una struttura privata nella sanità pubblica.
    Attenzione perché non parliamo di convenzioni ma proprio un inserimento sistemico, con finanziamento pubblico e posti letto compresi.

    Il tutto nel silenzio totale di tutte le forze politiche sarde che preferisco litigare e speculare sul nulla o quasi invece di pensare davvero al bene comune dei cittadini.

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