Istigazione al suicidio: due indagati per la morte di Michela Deriu

Sonia

Istigazione al suicidio: due indagati per la morte di Michela Deriu

giovedì 08 Febbraio 2018 - 16:36
Istigazione al suicidio: due indagati per la morte di Michela Deriu

Michela Deriu

Diffamazione aggravata e morte quale conseguenza di altro reato

In concorso tra loro e comunicandolo a più persone, hanno offeso la reputazione di Michela Deriu, rivelando informazioni confidenziali sulla sua vita privata e sulle sue abitudini sessuali, divulgando video e fotografie che la ritraevano durante un rapporto sessuale e contribuendo a determinare la sua volontà suicida.

La Procura di Tempio, sciogliendo ogni riserva, punta il dito contro due giovani di Porto Torres, Mirko Campus e Roberto Costantino Perantoni, accusandoli di diffamazione aggravata e morte quale conseguenza di altro reato.

A conclusione delle indagini, seguite dai carabinieri della sezione operativa di Olbia e della compagnia di Porto Torres, il comportamento dei due, 24 e 29 anni non ancora compiuti, avrebbe spinto al suicidio la ragazza, 22 anni, che il 5 novembre scorso muore a La Maddalena, nell’appartamento di un’amica cui chiede riparo, dopo aver saputo delle voci e delle immagini che circolano tra i suoi concittadini e la vedono protagonista.

Alle 3 del mattino di quel drammatico giorno, Michela si impicca in cucina. I carabinieri della stazione di La Maddalena trovano due biglietti scritti a mano, in uno dei due si fa riferimento a “ricatti e umiliazioni per via di un vecchio film”.

Da qui partono le indagini a La Maddalena e a Porto Torres, con due Procure inizialmente coinvolte. Il suicidio, infatti, segue solo di pochi giorni un’altra vicenda di cui è protagonista Michela.

Poco prima di togliersi la vita, la ragazza racconta di essere stata vittima di una rapina. Secondo la sua testimonianza, l’episodio sarebbe avvenuto la notte del 31 ottobre, intorno alla 1 e 30 del mattino, tornando dal bar in cui lavorava. La giovane denuncia il fatto solo il 3 novembre, dopo che la notizia appare sui giornali. Agli investigatori, però, è subito chiaro che la storia non ha fondamento, ma la pista non viene tralascita.

I due nuclei investigativi setacciano la vita di Michela, ascoltano oltre cento persone in qualche modo legate o vicine alla vittima, eseguono intercettazioni telefoniche e mettono a confronto dati, materiale informatico, video e foto sequestrati durante l’attività investigativa.

Oggi arrivano i nomi dei primi due iscritti nel registro degli indagati, ma non è escluso che la lista possa aumentare di qui a poco: insieme a loro l’attenzione si concentra anche sulla posizione di una ragazza di Ittiri, coetanea di Michela, che attualmente vive e lavora a Londra. Quale sia il suo ruolo in tutta la vicenda è ancora da definire.

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