Nuoro. Riconsegnato alla giustizia italiana Mario Mele, latitante dal 2013

Sonia

Nuoro. Riconsegnato alla giustizia italiana Mario Mele, latitante dal 2013

mercoledì 05 Aprile 2017 - 14:15
Nuoro. Riconsegnato alla giustizia italiana Mario Mele, latitante dal 2013

Secondo la Guardia di Finanza avrebbe evaso al fisco milioni di euro

Questa mattina tramite l’Interpol – Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e della Direzione Centrale Polizia Criminale -è stato condotto all’aeroporto romano di Fiumicino l’imprenditore sardo Mario Mele, arrestato qualche giorno fa a Malindi (Kenya) dalla polizia del Kenya ed espulso dal territorio africano.

Ad attenderlo c’erano le Fiamme Gialle del Gruppo di Fiumicino e i coleghi di Nuoro, pronti a notificargli quell’ordine di cattura sino a ora rimasto inevaso.

Mele era fuggito dall’Italia nel 2013, quando, per sottrarsi all’arresto dei finanzieri nuoresi, si era recato in Kenya dove ha continuato a fare l’imprenditore nel settore delle discoteche e dei locali alla moda. A Malindi gestiva il club “PATA PATA Beach Club” che portava il nome della discoteca che lo aveva reso celebre in Sardegna, il cui destino era stato segnato dall’esito degli accertamenti svolti dal Nucleo di Polizia Tributaria di Nuoro.

Il club di Malindi, situato su una spiaggia dell’oceano indiano, era stato arredato e progettato dallo stesso Mele “il Guru delle discoteche“, come lui stesso amava definirsi sul sito internet dell’esclusivo locale africano.

L’imprenditore sardo, in Italia è accusato in primo luogo di evasione fiscale e le indagini avviate nel 2012 si erano concluse con la scoperta di ricavi non dichiarati per circa 17 milioni di euro e IVA sottratta all’Erario per circa un milione e mezzo di euro. Incassi mai dichiarati al Fisco, accumulati attraverso la gestione di locali di tendenza dell’isola (il “Buddha del Mar” di San Teodoro, il “Boca Chica” di Nuoro e il citato “Pata Pata” di Budoni) e con l’utilizzo di società create ad hoc e intestate a “prestanome” nonché l’impiego di lavoratori irregolari, la commissione di abusi edilizi, “bancarotte” e reati societari.

Per tutti questi motivi, nel 2013, la Procura della Repubblica di Nuoro aveva avviato l’iter per l’emissione di un ordine di cattura internazionale, quello oggi, finalmente, eseguito.

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