Delitti Monni e Masala: un testimone riferisce quanto visto ai giudici

Sonia

Delitti Monni e Masala: un testimone riferisce quanto visto ai giudici

martedì 14 Giugno 2016 - 21:24
Delitti Monni e Masala: un testimone riferisce quanto visto ai giudici

Nuoro, via Manzoni e Il tribunale (foto S.Novellu).

In mattinata la difesa ha ricusato i giudici ma la Corte d’appello ha rigettato la richiesta

L’INCIDENTE PROBATORIO: L’incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta sugli omicidi dello studente di 19 anni di Orune Gianluca Monni e del 29enne di Nule Stefano Masala, il primo freddato l’8 maggio 2015 con tre colpi di fucile mentre aspettava il bus che lo avrebbe portato a scuola, il secondo scomparso il giorno prima dal suo paese e mai più rientrato a casa, si è svolto regolarmente.

In un’udienza molto tesa, è stato ascoltato nel pomeriggio a Nuoro l’allevatore Alessandro Taras, il testimone di 39 anni che il 9 maggio 2015 avrebbe assistito all’incendio dell’auto di Masala nelle campagne di Pattada da parte di Alberto Cubeddu, il 21enne di Ozieri in carcere assieme al cugino Paolo Enrico Pinna, di 18, per il duplice omicidio.

Erano presenti il PM Andrea Vacca e i difensori di tutte le parti in causa – Sergio Milia (Taras), Caterina Zoroddu (famiglia Masala), Margherita Baragliau, Rinaldo Lai e Antonello Cao (parenti Monni), Mattia Doneddu e Patrizio Rovelli (Cubeddu) – oltre a tutti i familiari di Masala, il padre, le due sorelle e il fratello.

TESTIMONIANZA CONFERMATA: L’allevatore ha confermato quanto detto nel verbale del 14 aprile 2016. Ovvero che il 9 maggio 2015 era stato chiamato da Cubeddu per accompagnarlo a bruciare una macchina di notte nelle campagne di Pattada, e lui ci è andato. L’uomo ha anche confermato di aver realizzato solo pochi giorni dopo che si trattava della Opel Corsa di Stefano Masala, quando i fatti sono diventati di dominio pubblico. Ha poi ribadito che per mesi si è tenuto per sè questo peso ma poi ha deciso di parlare.

Soddisfatti dell’esame gli avvocati delle famiglie Monni e Masala. Perplessi, invece, dal racconto di Taras i legali di Alberto Cubeddu, secondo i quali l’allevatore non ha dato una versione precisa di quella notte, tanti – hanno sottolineato – i “non ricordo” alle domande dei due difensori del giovane di Ozieri.

In mattinata, intanto, c’erano stati clamorosi sviluppi nell’inchiesta.

LA DIFESA HA RICUSATO I GIUDICI: Gli avvocati Doneddu e Rovelli, difensori di Alberto Cubeddu, in mattinata avevano presentato alla cancelleria del tribunale di Nuoro istanza di ricusazione del GIP Mauro Pusceddu, che il 25 maggio scorso ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Cubeddu. La nuova mossa dei difensori di Cubeddu ha rischiato di far saltare l’incidente probatorio, fissato per ascoltare il testimone che avrebbe assistito all’incendio della Opel Corsa di Stefano Masala da parte di Alberto Cubeddu, il 9 luglio 2015, nelle campagne di Pattada.

LA CORTE D’APPELLO HA RIGETTATO LA RICUSAZIONE: La Corte d’appello di Sassari ha rigettato l’istanza di ricusazione richiesta dai difensori Doneddu e Rovelli, secondo i quali, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere il GIP aveva anticipato il giudizio sulla colpevolezza del loro assistito, scrivendo a pagina 50 che “oltre ogni ragionevole dubbio Cubeddu è penalmente responsabile di tutti i fatti contestati in questa sede”.

I due avvocati annunciano che non si fermeranno e ricorreranno in Cassazione avverso la sentenza della Corte d’Appello di Sassari.

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