I prossimi 8-9 di giugno, oltre alle elezioni Comunali, si vota anche per il Referendum, un Referendum che rischia di passare in sordina, dato il silenzio assordante dei media in queste settimane. Cinque i quesiti sui quali i cittadini saranno chiamati a esprimersi su cinque referendum che toccano temi sensibili come il lavoro e la cittadinanza. Mentre infuria la campagna elettorale per le Comunali anche in città non si parla delle altre consultazioni elettorali, e altrettanto accade nel resto della Penisola, per quanto partiti politici abbiano già delineato le proprie posizioni, spesso divergenti, su come affrontare questi quesiti.
I CINQUE QUESITI AL VAGLIO DEGLI ITALIANI:
- Il Jobs Act e l’Articolo 18: La CGIL promuove un referendum per ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, abrogato dal Jobs Act del governo Renzi nel 2015. Questo significherebbe il reintegro obbligatorio dei lavoratori licenziati ingiustamente, anche per coloro assunti dopo l’entrata in vigore del contratto a tutele crescenti.
- Contratti a Termine: Si chiede di limitare l’utilizzo dei contratti a termine a causali specifiche e temporanee, ponendo fine alla flessibilità introdotta dalle recenti riforme.
- Indennità di Licenziamento nelle Piccole Aziende: Il referendum mira a eliminare il limite all’indennità per i licenziamenti ingiustificati nelle aziende con meno di 16 dipendenti, aumentando le tutele per i lavoratori.
- Responsabilità Solidale negli Appalti: Si propone di estendere la responsabilità delle aziende committenti in caso di infortuni e malattie professionali nei contratti di appalto, rafforzando la sicurezza sul lavoro.
- Cittadinanza: +Europa sostiene un referendum per dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza richiesto agli extracomunitari maggiorenni per richiedere la cittadinanza italiana.
Le posizioni dei partiti:
MAGGIORANZA DIVISA: Fratelli d’Italia e Lega sembrano orientati verso l’astensione, con l’obiettivo di non raggiungere il quorum necessario per la validità dei referendum. Forza Italia ha ufficialmente adottato una linea di astensione “politica”, esprimendo dissenso nei confronti dei quesiti. Noi Moderati ha annunciato una posizione di “no” su tutti e cinque i referendum.
OPPOSIZIONE: Il Partito Democratico (PD), guidato da Elly Schlein, si è schierato a favore del “sì” a tutti i referendum, pur concedendo libertà di coscienza all’ala riformista. Il Movimento 5 Stelle (M5S), sotto la leadership di Giuseppe Conte, sosterrà il “sì” ai quattro referendum sul lavoro, lasciando libertà di coscienza sul quesito della cittadinanza. +Europa si concentra sul “sì” al referendum sulla cittadinanza e su quello relativo alla responsabilità solidale negli appalti, esprimendo “no” sugli altri tre quesiti. Azione e Italia Viva (IV) convergono nel sostenere il “sì” al referendum sulla cittadinanza, ma si oppongono ai referendum sul Jobs Act, ritenendoli “anacronistici”.