Israele scatena l’inferno su Gaza: centinaia di vittime, tra cui molte donne e bambini

Salvatore

Israele scatena l’inferno su Gaza: centinaia di vittime, tra cui molte donne e bambini

martedì 18 Marzo 2025 - 20:13
Israele scatena l’inferno su Gaza: centinaia di vittime, tra cui molte donne e bambini

La fragile tregua tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas è bruscamente terminata. Nella notte appena trascorsa, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno lanciato una massiccia ondata di bombardamenti su diverse aree della Striscia di Gaza, segnando una drammatica escalation del conflitto dopo circa due mesi di relativa calma.

Il bilancio provvisorio, comunicato dal ministero della Sanità di Gaza gestito da Hamas, è tragico: almeno 400 persone hanno perso la vita e oltre 500 sono rimaste ferite. Gli attacchi aerei israeliani si sarebbero concentrati principalmente sulle città di Gaza, Rafah e Khan Yunis.

Mentre le autorità israeliane dichiarano che i loro obiettivi erano miliziani e infrastrutture di Hamas, il gruppo islamista ha denunciato la morte di numerose donne e bambini nei raid. Il portavoce del governo israeliano, David Mencer, ha reso noto che la ripresa delle operazioni militari è avvenuta “in totale coordinamento con gli Stati Uniti”, ringraziando apertamente il presidente americano Donald Trump e la sua amministrazione per il loro “incrollabile sostegno”.

Gli attacchi israeliani hanno colpito duramente anche i vertici di Hamas e della Jihad Islamica. Tra le vittime confermate da Hamas figurano importanti esponenti politici e militari, tra cui Yasser Harb (membro dell’ufficio politico), Issam al Dalis (capo del comitato di monitoraggio del governo di Gaza) e il generale Mahmoud Abu Watfa (sottosegretario del ministero dell’Interno). Anche Abu Hamza, portavoce delle Brigate al Quds (braccio armato della Jihad Islamica), sarebbe stato ucciso insieme a familiari.

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che Israele “agirà contro Hamas con una forza militare sempre maggiore”. Il ministro della Difesa Israel Katz ha lanciato un ultimatum perentorio: se Hamas non rilascerà immediatamente tutti gli ostaggi ancora detenuti, “si apriranno le porte dell’inferno” e il gruppo dovrà affrontare la potenza militare israeliana “in aria, in mare e in terra fino alla sua completa eliminazione”. Katz ha inoltre affermato che “le regole del gioco sono cambiate” e che Israele non cesserà i combattimenti fino al ritorno di tutti gli ostaggi e alla rimozione di ogni minaccia.

La reazione internazionale non si è fatta attendere. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, ha dichiarato che Hamas ha “scelto la guerra” rifiutandosi di rilasciare gli ostaggi. Hamas, dal canto suo, ha accusato gli Stati Uniti di “piena responsabilità dei massacri” e di “diretta complicità nella guerra di sterminio”, sollecitando la comunità internazionale ad agire.

A livello internazionale, la premier italiana Giorgia Meloni ha espresso “grande preoccupazione“, sottolineando come la ripresa dei combattimenti metta a repentaglio gli sforzi per la liberazione degli ostaggi e la fornitura di aiuti umanitari. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres si è detto “scioccato” dagli attacchi e ha chiesto con forza il rispetto del cessate il fuoco, il ripristino dell’assistenza umanitaria e il rilascio incondizionato degli ostaggi.

La situazione a Gaza precipita nuovamente in un ciclo di violenza, con conseguenze umanitarie potenzialmente devastanti e un futuro incerto per la regione.

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