BOLOTANA – Centinaia di persone, tra delegati sindacali provenienti da tutta l’Isola, istituzioni civili, militari e religiose, i rappresentanti del consiglio generale, delle Unioni e delle Federazioni, della Federazione nazionale pensionati, si sono riuniti a Badde Salighes per festeggiare i 50 anni dell’Unione sindacale regionale della CISL sarda. Nella cornice di Villa Piercy, alla presenza della presidente della Regione, Alessandra Todde, del presidente della Conferenza Episcopale sarda, monsignor Antonello Mura, della segretaria generale nazionale aggiunta, Daniela Fumarola, si è svolta una lunga cerimonia, aperta dall’intervento del segretario generale Pier Luigi Ledda.
LE SFIDE DEL PRESENTE E DEL FUTURO IN SARDEGNA – “Per la CISL – ha premesso il segretario – la ricorrenza dei 50 anni dalla celebrazione del primo congresso della Usr non è un semplice momento rituale, ma l’occasione per riflettere sull’oggi e sulle sfide che caratterizzano il presente e il futuro della nostra comunità e della nostra Isola. La visione è sempre quella di un positivo cambiamento che mantenga forte i riferimenti nei nostri valori e ideali: la centralità della persona, la piena realizzazione dei suoi bisogni materiali e intellettuali (di tipo individuale, familiare, sociale), la solidarietà e la giustizia sociale; condizioni tutte utili per costruire un ideale di pace”. Dopo aver ricordato i primi passi del sindacato in Sardegna e i dirigenti che hanno guidato la Cisl (Antonio Uda, Mario Medde, Ignazio Ganga), Ledda ha affrontato i temi dell’attualità: “la Sardegna – ha detto -vive forti condizionamenti, subisce soprattutto gli aspetti negativi della globalizzazione e le difficoltà di una economia nazionale che da anni attraversa poche fasi di crescita, alterna recessione e stagnazione, con il peso di un consistente debito pubblico, le cicliche difficoltà dell’economia internazionale, il declino industriale del Paese, il permanere delle storiche diseconomie infrastrutturali immateriali e materiali, l’esaurirsi della spinta propulsiva delle opzioni forti dell’Autonomia e della Rinascita.
RIPRESA ECONOMICA LONTANA – Per la Sardegna – ha sottolineato – la ripresa economica e produttiva è ancora lontana. Gli indicatori economici e produttivi, quelli sociali e del mercato del lavoro attestano, infatti, una situazione di sostanziale difficoltà e crisi. Come CISL sarda abbiamo più volte evidenziato in termini negativi il livello mediocre inadeguato delle infrastrutture materiali e immateriali dell’isola, che penalizzano oltre misura la capacità competitiva del sistema Sardegna”.
LE INDISPENSABILI RIFORME – Per il leader del sindacato, “occorre riprogrammare la spendita delle risorse disponibili, con un progetto che coinvolga tutti gli assessorati, evitando frammentazioni che non inquadrerebbero collegialmente la visione del futuro della Sardegna. Serve, poi, una stagione di grandi cambiamenti, a partire dalla modifica dello Statuto e dall’auspicabile riforma della Regione, che devono vedere protagonisti tutti i soggetti economici, sociali, di rappresentanza e gli Enti Locali, in ottica di visione collettiva e condivisa del futuro della nostra Isola”.
LA MARCIA PER LE ZONE INTERNE – Partendo dall’occasione di rilancio delle zone interne costituita dal progetto dell’Einstein Telescope a Sos Enattos, Ledda ha lanciato una grande mobilitazione popolare, che veda insieme CISL con CGIL e UIL e con tutti i sindaci:” pensiamo ad un movimento positivo, per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di promuovere politiche a favore delle aree interne, con particolare attenzione all’istruzione, alla formazione e al rilancio economico. Serve una marcia per le zone interne e per lo sviluppo dell’isola, per la CISL e per la Sardegna – ha concluso – è tempo che le idee fruttifichino”.
DANIELA FUMAROLA – Del piano strutturale di bilancio da presentare alla Commissione Europea, di pensioni e dei contenuti della legge di stabilità (“che deve dare un forte sostegno alla crescita economica e allo sviluppo, confermare le conquiste ottenute in questi anni, a partire da riduzione del cuneo contributivo, accorpamento aliquote Irpef e defiscalizzazione dei frutti della contrattazione”) ha parlato la segretaria generale nazionale aggiunta, Daniela Fumarola, prima di passare alle vertenze sarde. “Dobbiamo scongiurare la chiusura dell’impianto industriale di Portovesme, lo diremo con forza all’incontro che abbiamo ottenuto con il Governo. Pretendiamo dalla multinazionale Glencore – ha detto ancora Fumarola – un nuovo piano industriale che assicuri continuità produttiva e salvaguardia di tutti i posti di lavoro diretti e dell’indotto. Dobbiamo invertire il processo di desertificazione industriale sul territorio e nel Paese. Basta con le multinazionali che hanno lasciato in Sardegna e altrove macerie con dismissioni e chiusure inaccettabili”, ha aggiunto la numero due della CISL.