BOSA sotto l’acqua ma non per colpa del Temo bensì per vent’anni di mancata manutenzione. Cittadini sul piede di guerra a Bosa per l’allagamento verificatosi ieri pomeriggio in seguito all’ondata di piogge eccezionali, che non hanno potuto defluire a causa dei canali oggi tombati o occlusi, tombini e caditoie insufficienti o ostruiti da rifiuti e detriti, oltre a un ventennale mancato dragaggio del fiume, il cui letto che non ha più la portata naturale di un tempo.
Alla massa d’acqua piovuta dal cielo, poi, si è aggiunta quella arrivata dalle montagne di Montresta che, anziché defluire attraverso gli antichi canali di sbocco al fiume ha trovato mille ostacoli e ostruzioni. Il risultato è che le strade si sono trasformate in veri e propri torrenti che riversavano all’interno di case e negozi, e poi nel fiume, enormi quantità di acqua sporca e detriti».
Oltre alle testimonianze dei cittadini la denuncia arriva anche dal comitato “NON TI TEMO“, insieme all’associazione professionale “GENERAZIONE MARE”
«Ieri il livello del fiume Temo non ha mai superato i 30 centimetri e ha fatto sì che l’acqua che scendeva dalle strade, dai giardini e dalle campagne scorresse senza creare nessun danno e allagamento. Il problema pertanto non è il fiume, ma la storica cattiva amministrazione del territorio. La soluzione non può essere la costruzione di un muro e di opere che canalizzerebbero il fiume creando un ulteriore impedimento allo scorrere e defluire naturale delle acque, causando un ulteriore importante pericolo per la città di Bosa, che potrebbe essere completamente sommersa dalle acque in piena».
Comitati e cittadini chiedono un urgente incontro con “l’Amministrazione locale e con la Regione Sardegna per discutere possibili soluzioni che siano realmente efficaci per la salvaguardia della città di Bosa dai gravi impatti quali quelli dell’evento di ieri e alternative alle “opere di difesa del rischio idraulico”.
LE IMMAGINI: di Salvatore Novellu