New York. I cavallini di Nivola ricollocati nella piazza delle Stephen Wise Towers

Salvatore

New York. I cavallini di Nivola ricollocati nella piazza delle Stephen Wise Towers

giovedì 23 Novembre 2023 - 14:42
New York. I cavallini di Nivola ricollocati nella piazza delle Stephen Wise Towers

I cavallini di Nivola ricollocati nella piazza delle Stephen Wise Towers

I cavallini realizzati da Costantino Nivola e da Richard Stein negli anni ’60 nel complesso delle Wise Towers, a Manhattan (New York), dopo il danneggiamento nel 2021 e il restauro, sono tornati a casa (APPROFONDISCI). Lo annuncia stamattina il Museo dedicato a Costantino Nivola a Orani.  “Iniziamo la giornata con una splendida notizia: ovvero che il restauro dei cavallini è concluso e sono stati ricollocati nella piazza delle Stephen Wise Towers”. Il restyling del playground con il danneggiamento delle opere aveva fatto il giro del mondo dopo la denuncia, sempre nel 2021, dello stesso museo.

Il playground di Nivola prima e dopo la distruzione

“I cavallini della Stephen Wise sono una delle invenzioni più felici e gioiose di Nivola e, dopo l’accesa protesta popolare sollevata dalla loro minacciata distruzione nel 2021, sono diventati il simbolo della capacità dell’arte di Nivola di toccare il suo pubblico. Grazie alla PRC (Pact Renaissance Collaborative – la società che si è occupata dei lavori di rigenerazione dell’area ndr)”, scrive ancora in una nota il Museo Nivola. I cavallini erano stati danneggiati nel marzo 2021 durante la loro rimozione, in vista dei lavori di ristrutturazione del playground e del complesso residenziale. Un’impresa newyorkese aveva rimosso malamente le sculture senza curarsi di preservare il progetto che Nivola aveva realizzato nell’Upper West Side: uno spazio ricreativo all’ombra delle Stephen Wise Towers con una fontana, un gruppo di cavallini in cemento, un bassorilievo e un muro di graffiti realizzato dall’artista sardo insieme all’architetto Richard Stein, il padre di Carl.

I cavallini erano stati staccati di netto dai piedini di cemento e trasportati ammassati a bordo di una ruspa in un magazzino. L’indignazione per il gesto, denunciato dalla Fondazione Nivola a suo tempo, si era diffusa in Sardegna e in tutta Italia, rimbalzando poi negli States e in varie parte del mondo. Da subito la Fondazione si era mossa per coordinare il restauro. Un processo lungo e complesso di cui si è occupato il team della Pact Renaissance Collaborative. Il gruppo di restauratori della Jablonski Building Conservation, a cui è stato affidato l’incarico, ha dovuto affrontare molte sfide per riportare le sculture al loro stato originario. Sfide che hanno richiesto tempi molto lunghi. In particolare la Fondazione Nivola aveva messo a disposizione un modello digitale delle sculture per facilitare la reintegrazione delle parti mancanti.

“Il ritorno alla Stephen Wise Area dei cavallini restaurati ci riempie di gioia, perché finalmente un’opera significativa di Costantino Nivola viene restituita alla fruizione pubblica. E abbiamo motivo anche di essere soddisfatti anche perché la nostra azione, di denuncia prima e di negoziazione poi, ha dato i risultati sperati”. Lo ha detto la presidente della Fondazione Nivola Giuliana Altea, dopo il ritorno a casa dei cavallini dell’artista oranese, che dopo il danneggiamento, hanno subìto un lungo restauro.

“Abbiamo aspettato più di due anni, ma finalmente questa vicenda si è risolta – prosegue Altea – I cavallini sono stati per sessant’anni parte dello scenario quotidiano degli abitanti del quartiere e sono stati usati e amati da generazioni di bambini generando un attaccamento duraturo da parte dei residenti. Oggi rappresentano per molti un riferimento affettivo e un segno forte di appartenenza”. I cavallini per Nivola erano stati pensati, infatti, non solo per un fattore estetico ma per essere fruiti dai residenti. “Per Nivola l’uso sociale della scultura era importantissimo – sottolinea la presidente della Fondazione Nivola – Il progetto della Stephen Wise rientra tra quelli che lui chiamava ‘monumenti per celebrare la vista’: pensati cioè non solo per essere contemplati esteticamente, ma per rendere più piena e intensa l’esperienza della vita quotidiana”.

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