In fuga dalla guerra. Viaggio al campo profughi di Przemyśl – terza parte

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In fuga dalla guerra. Viaggio al campo profughi di Przemyśl – terza parte

domenica 27 Marzo 2022 - 10:08
In fuga dalla guerra. Viaggio al campo profughi di Przemyśl – terza parte

Ukrainian family traveling to Italy (photo S.Novellu)

SEGUE DA (APPROFONDISCI)

IL RIENTRO – Le immagini e le emozioni derivanti dalla sosta al campo profughi di Przemyśl sono orami stampate nella memoria e, col rammarico di non aver fatto di più, è ora di rimettersi in cammino. Tutto è veloce, come se non più che all’andata: ci attendono altri 1700 km da percorrere in un giorno e mezzo, prima dell’imbarco per la Sardegna.

Uno dei bimbi ucraini in viaggio per l'Italia (foto S.Novellu)

Uno dei bimbi ucraini in viaggio per l’Italia (foto S.Novellu)

Il viaggio è anche l’occasione per consolidare i rapporti tra le persone che costituiscono gli equipaggi, persone straordinarie, di gran cuore. Pensi che quei legami dati dalla condivisione di un’esperienza così forte e pregnante possano e debbano durare per sempre.

Il ringraziamento del piccolo Oleg agli equipaggi (foto S.Novellu)

Il ringraziamento del piccolo Oleg agli equipaggi (foto S.Novellu)

Intanto facciamo una variazione al percorso, anziché per Budapest, come all’andata, passeremo per Cracovia e, attraversata l’Austria entreremo in Italia da Udine. Questa volta il viaggio assume connotati diversi. Abbiamo a bordo una signora col suo cane, e due sorelle con i propri bambini, uno di poco più di un anno e uno di sette. Gente a modo, che non si lamenta e non chiede mai nulla. Daryna conosce qualche parola di italiano ma riusciamo a comunicare grazie al traduttore automatico del cellulare, un po’ più lungo e disumanizzante della conversazione a tu per tu, ma si può fare. Cerco di capire se le notizie battute dalle agenzie sono corrispondenti a quanto a loro conoscenza, ma permane la diffidenza e le risposte sembrano ancora una volta sembrano stereotipate. Quando chiedo delle atrocità perpetrate durante l’occupazione di Mariupol di lunedì scorso, pubblicata dai media italiani, la mia interlocutrice spiega: «Purtroppo lo stupro è diventata un’abitudine per i soldati russi. Noi però non possiamo accettare i termini del Cremlino perché in questo caso i nostri morti sarebbero stati vani. È chiaro che in caso di resa dell’Ucraina, la Russia continuerà a combattere con altri paesi, il che è inaccettabile».

Vienna, nuovamente in viaggio per l'Italia (foto S.Novellu)

Vienna, nuovamente in viaggio per l’Italia (foto S.Novellu)

Dopo oltre 7 ore di viaggio e 700 km percorsi facciamo tappa nella parte ultramoderna e algida di Vienna, per qualche ora di sonno. Le temperature sono gelide, abbondantemente sotto lo zero, ma all’alba siamo di nuovo in marcia. Il paesaggio ceco e quello austriaco sono diversi dai precedenti, ugualmente montani (in molti tratti c’è ancora la neve gelata), ma viaggiando soprattutto in autostrada appaiono meno antropizzati.

Profughi in viaggio per l'Italia (foto S.Novellu)

Profughi in viaggio per l’Italia (foto S.Novellu)

Alle 13,00 di domenica arriviamo alla frontiera con l’Italia dove vengono effettuati ulteriori controlli dei documenti. Passate le Alpi, il traffico e le pessime condizioni delle strade italiane ci costringono ad accumulare un po’ di ritardo e ad arrivare al porto di Livorno mezz’ora prima dell’imbarco. Ma prima i nostri amici devono ancora fare il tampone per scongiurare qualche eventuale caso di positività al Covid. Il personale dell’USCA procede, cordiale e gentile: uno a uno tutti effettuano lo screening, compresi i bambini, molti dei quali appaiono letteralmente terrorizzati. Fila tutto liscio e si può accedere al traghetto.

Tamponi anti Covid prima dell'imbarco (foto S.Novellu)

Tamponi anti Covid prima dell’imbarco (foto S.Novellu)

La mattina di lunedì sbarchiamo a Olbia, dove il uno locale attrezzato dell’area portuale vengono effettuati nuovamente i controlli dei documenti e rilasciate le autorizzazioni. Si riparte. Dopo tanto correre e tanta novità tutto improvvisamente inizia a riapparire familiare e, come temevo alla partenza, inizia ad affiorare la sensazione che a breve tutto apparirà come un sogno, dai contorni sfumati.

Equipaggi e profughi all'arrivo a Nuoro (foto S.Novellu)

Equipaggi e profughi all’arrivo a Nuoro (foto S.Novellu)

Alle 10,30 arriviamo a Nuoro dove i volontari della SVS sono pronti ad accogliere degnamente il convoglio e, insieme alla Protezione civile e ai colleghi della croce bianca di San Teodoro, a dare un primo supporto ai profughi prima che questi si rimettano in viaggio per i luoghi di destinazione.

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