Focolai Covid al Billionaire e nei locali in Costa: per la Procura fu epidemia colposa

Salvatore

Focolai Covid al Billionaire e nei locali in Costa: per la Procura fu epidemia colposa

martedì 22 Giugno 2021 - 20:39

Nell’agosto scorso riaccesero le luci e le consolle della Costa Smeralda, richiamando migliaia di turisti, nell’illusione che il Covid fosse solo un lontano ricordo. Poi riaccesero i contagi, dando il via alla seconda ondata della pandemia che riportò la Sardegna e l’Italia a contare ricoverati e morti.

Ora a tre dei discoclub più gettonati delle vacanze dei vip in Sardegna, la Procura della Repubblica di Tempio Pausania ha presentato un conto salato: ai gestori del Billionaire di Porto Cervo, del Phi Beach di Baja Sardinia e del Country Club di Porto Rotondo, è arrivata la notifica di chiusura indagini con ipotesi di reato che vanno dall’epidemia colposa alle lesioni colpose.

Secondo le accuse dei PM, gli amministratori dei tre locali non avrebbero saputo tenere alto il livello di sicurezza anti covid, determinando decine di contagi che hanno fatto ammalare prima di tutto i dipendenti. Fra le vittime dei contagi da discoteca ci furono anche personaggi di punta del jet set internazionale, primo fra tutti Flavio Briatore, proprietario proprio del Billionaire, ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano.

Sotto i colpi del coronavirus tutti i locali del divertimento gallurese furono costretti a spegnere le insegne e archiviare in maniera disastrosa la stagione turistica. Solo al Billionaire l’Azienda sanitaria della Sardegna registrò 58 contagiati fra i dipendenti. Chiusero i battenti per covid anche altri club storici come il Sottovento e il Phi Beach. E oltre ai focolai scoppiarono le polemiche: Briatore si distinse per una furiosa lite a distanza contro il sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda (APPROFONDISCI), reo di avere limitato gli orari della movida in Costa Smeralda per cercare di contenere la diffusione del virus. Una lite che finirà anche questa in tribunale, con Briatore trascinato davanti al giudice dal sindaco, con l’accusa di diffamazione.

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