Marghine Planargia. Ospedali in grave sofferenza: reparti abbandonati e eterne promesse da parte dell’ATS

Sonia

Marghine Planargia. Ospedali in grave sofferenza: reparti abbandonati e eterne promesse da parte dell’ATS

lunedì 21 Giugno 2021 - 12:15
Marghine Planargia. Ospedali in grave sofferenza: reparti abbandonati e eterne promesse da parte dell’ATS

Bosa, Ospedale civile (foto S.Novellu)

Con l’allentarsi della emergenza per la pandemia, almeno così si spera, sono venute a galla le manchevolezze del sistema sanitario e e la sua evidente incapacità di previsione. Sorgono, un po’ dappertutto comitati o si fanno consigli comunali, con l’imputato maggiore che è il sistema sanitario. Così a Bosa, Macomer, Ghilarza, per non parlare di Oristano.

A Bosa, in una recente riunione degli amministratori della Planargia, è venuta fuori l’eterna richiesta della sicurezza della permanenza dell’ospedale, soprattutto come struttura in zona disagiata. Intanto l’ospedale riprende lentamente la sua funzione ordinaria. Solo dal 4 luglio il reparto di medicina, fin’ora adibito ad unità Covid, tornerà alla sua antica funzione, previa una sanificazione. Poi toccherà a chirurgia che riaprirà prima per interventi in day hospital e poi con interventi non troppo gravi e brevi permanenze in ospedale. Prima di chirurgia però dovrebbe essere reso autonomo il pronto soccorso con il personale necessario. Tutto questo è stato promesso nella visita che, un paio di giorni dopo, il commissario straordinario dell’ATS Massimo Temussi ha fatto all’ospedale. Chi vivrà vedrà.

Ospedale a parte non mancano i problemi in logopedia, fisiatria e pediatria.

Se Bosa piange Macomer non ride. Quasi contemporaneamente si è formato un comitato spontaneo del Marghine, il cui coordinamento è stato affidato all’ex sindaco di Silanus Checco Nieddu. Anche nel Marghine la situazione non è delle migliori. La furba decisione di chiudere, a suo tempo, le iscrizioni alla facoltà di medicina ha dato i suoi frutti: siccome il tempo passa ed anche i medici invecchiano e vanno in pensione, ora da molte parti manca il medico di base e non si sa come fare. A questo si aggiunge il reclutamento in ritardo ed ora 1200 cittadini sono senza medico di base. I problemi però non sono solo questi. Nel poliambulatorio il Centro dialisi funziona bene, ma questo è possibile grazie all’abnegazione dell’unico medico che vi lavora ed avrebbe bisogno di un collega. Il laboratorio di analisi è interessato anch’esso ad un ricambio vista la collocazione in pensione di due professionisti. Inutile ricordare poi i disguidi durante le vaccinazioni. Non molto lontano, a Ghilarza, un comitato è sul piede di guerra in difesa dell’ospedale e la riapertura del pronto soccorso. Sempre in questi giorni un pesante attacco è venuto da parte dei sindacati CGIL, CISL e UIL, in difesa degli ospedali di Oristano e Bosa. I sindacati accusano la Regione di aver solo aumentato i posti di potere aggravando il costo per i cittadini, con i presidi ospedalieri territoriali svuotati, e una mancata capacità di programmazione.

Pier Gavino Vacca

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