A 7 anni dal ciclone Cleopatra, Legambiente: “opere incongrue ancora lì”

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A 7 anni dal ciclone Cleopatra, Legambiente: “opere incongrue ancora lì”

mercoledì 18 Novembre 2020 - 20:38
A 7 anni dal ciclone Cleopatra, Legambiente: “opere incongrue ancora lì”

Un'immagine della devastazione di Cleopatra (S.Novellu)

A sette anni dalla furia con cui il ciclone Cleopatra devastò la Sardegna lasciando nella memoria e sulla coscienza dell’Isola 19 vittime, di cui 13 in Gallura, Legambiente va oltre la semplice commemorazione di chi, incolpevole, perse la vita il 18 novembre 2013. L’associazione ambientalista affonda la lama nella piaga delle opere pubbliche mai compiute per evitare che una tragedia simile si ripeta.

La scorsa estate Legambiente aveva pubblicato un corposo dossier in cui elencava una serie di interventi risolutivi, manutenzioni ordinarie e straordinarie sul sistema viario e lungo gli argini dei fiumiciattoli che attraversano Olbia e il suo territorio. “Opere che si sarebbero dovute eliminare anni fa, ma che sono ancora al loro posto e continuano a mettere in pericolo la città”, denunciano i rappresentanti dell’associazione.

“La prima fase di lavoro – spiegano – consiste nel liberare i canali con la rimozione di tombamenti, restringimenti, occlusioni che mantengono la città in allarme ogni volta che piove più del solito”. Ma l’elenco è lungo: “Alcune delle criticità più rilevanti, nonostante non fossero necessarie le valutazioni di impatto ambientale e fossero già disponibili, da anni, risorse finanziarie per 13 milioni di euro, non sono state risolte, aumentando sempre più il rischio idraulico. Per questo zone come via Barbagia, via Rio Gadduresu, via Umbria, via Galvani, via Petta, via Nervi, via Amba Alagi, sono diventate sinonimo di pericolo”, precisa Legambiente.

Il progetto di interventi della Regione “Opere di mitigazione del rischio idraulico nel territorio comunale di Olbia” potrebbe non superare l’esame del servizio Valutazioni ambientali, che ha preannunciato un parere negativo. Legambiente propone allora una soluzione: “Bloccare l’edificazione e prevedere la totale salvaguardia delle aree che il 18 novembre 2013 sono state allagate, e che andrebbero destinate ad un sistema diffuso di aree di laminazione e parchi pubblici, privo di costruzioni ed evacuabile tempestivamente in caso di allerta”.

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