Svolta nelle indagini dell’aggressione, avvenuta lo scorso 7 maggio, ai danni di Don Pirarba: i Carabinieri iscrivono nel registro degli indagati zia e nipote.
In particolare si è svolta un’attività di perquisizione domiciliare, disposta dalla Procura di Lanusei che coordina le indagini portate avanti dai Carabinieri della Compagnia di Lanusei, in un’abitazione ubicata vicino a quella del sacerdote – sulla base di altre precedenti emergenze investigative – si riteneva dimorasse il giovane che ha compiuto la rapina e l’aggressione.
All’interno della casa sono stati rinvenuti ben nascosti, alcuni oggetti costituenti parte del “bottino” della rapina, tra cui il “portaviatico” contenente oggetti sacri e strumenti per la liturgia, i quali, mostrati a Don Pirarba sono stati riconosciuti come di sua proprietà.
L’operazione, che ha visto impegnati oltre cinquanta uomini dell’Arma dei Carabinieri di Lanusei e di Tortolì, unitamente alle Squadriglie di Arzana e Lanusei con il supporto dello Squadrone eliportato Cacciatori di Abbasanta, si è stretta intorno al giovane in quanto ha dimorato nell’abitazione perquisita, nei giorni precedenti e poi quando si è consumata la rapina per poi andarsene in quello successivo.
L’uomo è indagato per il reato di rapina aggravata contestualmente la zia proprietaria della casa perquisita e che gli ha fornito ospitalità, è stata invece iscritta nel registro degli indagati per il reato di favoreggiamento personale, in quanto nei giorni immediatamente successivi al fatto, aveva negato – rispetto alla ricostruzione degli inquirenti – che il nipote si fosse trovato in Tortolì, e presso la sua casa, nel giorno del reato.
Si prosegue nel sentire amici del giovane indagato e nel perlustrare e località del territorio di Tortolì dove si ritiene possano trovarsi ulteriori riscontri e tracce utili all’identificazione dei partecipanti alla rapina in abitazione.
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