Confimprenditori: “le preoccupazioni degli imprenditori? Una bomba economica pronta a esplodere”

Sonia

Confimprenditori: “le preoccupazioni degli imprenditori? Una bomba economica pronta a esplodere”

venerdì 22 Maggio 2020 - 12:58
Confimprenditori: “le preoccupazioni degli imprenditori? Una bomba economica pronta a esplodere”

La Confimprenditori Sardegna manifesta le preoccupazioni degli imprenditori nuoresi e sardi per le carenze strutturali che il Governo ha mostrato nella fase della ripresa.

Il direttore di Confimprenditori Gianfranco Seddone

Il direttore regionale di Confimprenditori Sardegna Gianfranco Seddone

«Dopo 9 settimane di chiusura totale delle attività produttive fortunatamente l’emergenza sanitaria rallenta. Per qualche giorno si è avuto una fiammella di speranza, sicuri delle tante promesse  annunciate ma non è stato così» dice il direttore Gianfranco Seddone che illustra una serie di errori commessi.

 «Il disastro sul sito dell’Inps,  l’ammontare esiguo del bonus per le partite IVA nel dare 600,00 Euro e per chi ha sempre pagato tasse e contributi suonano come una offesa».

L’esclusione di molte categorie di lavoratori da ogni forma di protezione sociale;  la cassa integrazione non ancora erogata;  prestiti alle imprese che al momento restano sulla carta.  L’annuncio di 400 miliardi di risorse attraverso il Decreto  “liquidità”,  che in realtà si fondano sullo stanziamento di appena 1,7 miliardi di euro.

«Forse chi Governa non ha idea del meccanismo su cui si regge un’impresa,  in particolar modo se piccola» dice Seddone e prosegue

è assurdo che, invece di cancellare del tutto i versamenti obbligatori relativi al periodo di chiusura,  questi vengono solo sospesi e rinviati di qualche mese.  Se il reddito relativo a questo periodo è andato perduto per sempre e non è recuperabile, mentre devono pagare imposte e contributi.

Molti gap da parte del Governo tra quello detto e ciò che è stato realmente decretato:  «negli annunci si dice che verrà garantita la liquidità alle imprese,  ma se a Giugno si trovano da pagare le tasse vecchie e nuove, i soldi presi a prestito dovranno essere usati per ottemperare ai pagamenti. Per cui è lecito attendersi che molti imprenditori non chiederanno i € 25.000,00, perché servirebbero esclusivamente per i versamenti obbligatori,  oltre pagare affitti, acqua, luce, gas e rifiuti.

Insufficienti anche gli incentivi per le imprese, dispone di 155 miliardi di euro per dare modo alle imprese di ripartire. Si parla di contributi a fondo perduto dal 10 al 20% con fatturato inferiore a 500mila euro, che saranno erogati dall’Agenzia delle Entrate e conteggiati al calo del fatturato di aprile 2020 rispetto al corrispondente mese del 2019, superiore al 33%. Previsto un contributo minimo di 2000 euro per le società e di 1000 euro per l’impresa individuale (cumulabile col bonus INPS).

«Non bastano le esenzioni dell’Irap e crediti di imposta sugli affitti, e per l’adeguamento degli ambienti di lavoro per la sanificazione e contributi a fondo perduto per l’acquisto di attrezzature e dispositivi elettronici per l’isolamento dei lavoratori per la protezione individuale. Ebbene, tutte le accennate disposizioni sono state regolarizzate dalle imprese prima della riapertura degli esercizi (giorno 18 maggio)  indebitandosi con le banche, finanziarie e altro non avendo ottenuto i 25mila euro garantite dallo Stato che le banche non hanno ancora elargito.

«Si parla  nel Decreto di credito di imposta, la prassi è quella di una percentuale annua da decurtare nella dichiarazione dei redditi. Si nota inoltre nel Decreto che le imposte e contributi dell’anno 2019 e acconti del 2020 vengono pagati in un’unica soluzione o rateizzati entro il 16 settembre 2020.  Dov’è l’aiuto dello Stato per l’emergenza del lavoro e il rilancio delle imprese?» dice Seddone e conclude:  «senza predisporre dei piani per  ripartire,  si litiga su tutto tra Regioni e Governo,  tra maggioranza e minoranza,  non si arriva mai ad una intesa condivisa, nonostante la grave situazione che sta attraversando la nostra Isola,   tra decessi, fallimenti,  chiusura esercizi e debito pubblico e le micro e piccole e medie imprese sono sempre più allo stremo, sempre più presi in giro perché ormai hanno perso anche l’ultima speranza e mentre l’emergenza sanitaria rallenta, è in arrivo l’esplosione della bomba economica».

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