Nuoro. La rabbia delle educatrici dell’infanzia: “i bambini trattati come pacchi dal Governo Conte”

Sonia

Nuoro. La rabbia delle educatrici dell’infanzia: “i bambini trattati come pacchi dal Governo Conte”

venerdì 08 Maggio 2020 - 09:48
Nuoro. La rabbia delle educatrici dell’infanzia: “i bambini trattati come pacchi dal Governo Conte”

Nuoro: piccoli allievi dell'asilo nido

«Il bisogno irrefrenabile di collocare  bambini da qualche parte trascurando  vergognosamente i bisogni dei bambini stessi. È questo il prezzo da pagare? È questo il valore dell’infanzia?».

Lo dichiarano in una lettera,  via social, le educatrici di un asilo privato dell’infanzia di Nuoro che sottolineano non si tiene conto per niente dei diritti dei più piccoli e delle dinamiche del contesto.

Si propone la riapertura anche dei nidi, fascia d’età 0 – 3 anni, con ipotetici protocolli in cui i bambini verranno divisi a gruppi di tre, affiancati sempre dalla stessa educatrice, in ambienti poveri di giochi e preferendo la permanenza in spazi esterni (per chi ha la fortuna di averli) per gran parte della mattina se non per l’intera mattinata, entreranno su turni stabiliti e al genitore (solo uno e sempre lo stesso) invece, verrà chiesto di rimanere all’esterno e affidarci il bambino, non si sa bene come dal momento che non ci sarà possibile avere contatti fisici coi bambini. I più piccoli non indosseranno le mascherine, che saranno invece obbligatorie per le educatrici.

Dicono e proseguono: «dopo tre lunghissimi mesi a noi sarà dato il compito di fare una selezione dei bambini da reinserire, sulla base di criteri che ci verranno comunicati poiché sarà impossibile accogliere tutti i bambini che frequentavano fino a febbraio, non solo, dovremmo anche scegliere i bambini per formare i piccoli gruppi, decidere noi con chi dovranno socializzare impedendo le loro innate e istintive capacità relazionali».

«Qual è il genitore che lo accetta? Io da educatrice, titolare di un asilo nido, non lo accetto. Aprire a queste condizioni significa rinunciare al ruolo socio-educativo del nido in una tappa talmente delicata nella crescita di un bambino che ha il diritto di essere trattata con la giusta considerazione. Anche dal comitato tecnico scientifico del governo.
Non è possibile rispettare le distanze anche in gruppi di tre/quattro bambini e impedire che si portino i giochi alla bocca per poi scambiarli tra loro. Non è possibile consolarli a distanza.

Le educatrici lanciano un appello al Governo: «consultateci in questa fase» infine si chiedono più sostegni economici ad esempio  sanificare gli ambienti sono importi insostenibili e l’aumento delle rette «graverebbe troppo sui bilanci delle famiglie? E che se la retta è troppo alta rinunciano al lavoro e il bambino lo tengono a casa, lo sapete? Più disoccupazione, meno lavoro, meno soldi, più disperazione. Ma che siamo tutti in gravissime difficoltà l’avete capito?»

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