Il caso GECO, per la Provincia di Oristano gli impianti sono regolari

Sonia

Il caso GECO, per la Provincia di Oristano gli impianti sono regolari

venerdì 17 Aprile 2020 - 11:18
Il caso GECO, per la Provincia di Oristano gli impianti sono regolari

Lo stabilimento GeCo a Magomadas

“Tante polemiche per niente”. Non è per nulla trionfante il tono di Leonardo Galleri, amministratore delegato della GECO, dopo i risultati della conferenza di servizi della provincia di Oristano che ha definitivamente respinto tutte le osservazioni scaturite dopo l’azione dell’ex parlamentare Mauro Pili e di un comitato che ha promosso varie riunioni contro la ditta che, a Magomadas, produce concimi organici partendo dai fanghi di depurazione. «Siamo stati sempre in regola, aggiunge Galleri, e non c’era bisogno di tutto quel chiasso». In pratica nel provvedimento della Provincia di Oristano è scritto nero su bianco: “non emergono elementi che possano portare all’annullamento in autotutela della determinazione della delibera 1283 del 24 10 2018″.

Nel verbale della conferenza di servizi viene detto che, a proposito della distanza dall’abitato inferiore ai 300 metri, lo stabilimento persisteva nella attuale collocazione dal 2003, (mentre la delimitazione dell’abitato fu fatta nel 2015), ed era legittimamente collocato nella zona D, industriale, commerciale ed artigianale. Quanto alla distanza dalle scuole del comune inferiore ai 1000 metri, si specifica che questo criterio è valido per impianti che gestiscono rifiuti con modalità diverse dalla GECO, che è autorizzata ad altre operazioni.

Così è stata respinta , dal Servizio Tutela dell’Assessorato all’Ambiente, l’obiezione di una distanza inferiore ai 3000 metri dai centri abitati, riferito ai soli impianti della GECO. Allo stesso modo sono state respinte le osservazioni che vedevano una minaccia alla produzione di malvasia e un non rispetto della distanza dalle fasce stradali. A questo punto la GECO, quando sarà finito lo stop che sta bloccando tutte le attività, dovrebbe riprendere a lavorare. Almeno che il “Comitato per l’Ambiente Planargia”, che a quanto si dice non ha preso bene questa conclusione, non avanzi altri osservazioni che possano essere prese in esame dalle autorità competenti.

La protesta di questi ultimi era scaturita sopratutto per gli odori e la sovrabbondanza di mosche. Per il primo inconveniente i titolari della ditta assicurano che, con l’allaccio della corrente elettrica, si potranno azionare gli apparecchi specifici contro gli odori, i così detti “scrubber”. Per quanto riguarda le mosche non c’è, sempre secondo i titolari, nessuna prova che derivino dall’impianto.

La GECO che risulta dall’evoluzione di un primo impianto che sfruttava gli inerti, è ora indirizzata alla produzione di ammendanti per l’agricoltura, in poche parole concimi, ricavati dalla miscelazione di fanghi provenienti dalla depurazione, debitamente privati da metalli pesanti, idrocarburi e altre sostanze, con materiale inerte. L’uso dei fanghi da depuratore in agricoltura è consentito dalla Regione Sardegna. In pratica un riciclo. Alla fine si ottiene un concime organico la cui quantità di Carbonio sarà in grado di sopperire alla scarsità di quest’ultimo elemento nei terreni della Sardegna. Per questo motivo si sta ultimando la fase per il marchio CEE. L’impianto dà lavoro, a 15 persone:  prossimamente si vorrebbe arrivare a coinvolgerne tra dipendenti e indotto circa una cinquantina.

Pier Gavino Vacca

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