Intimidazione contro una famiglia serba. Il sindaco di Bolotana: “la nostra comunità non è razzista”

Sonia

Intimidazione contro una famiglia serba. Il sindaco di Bolotana: “la nostra comunità non è razzista”

mercoledì 09 Ottobre 2019 - 17:51

Atti intimidatori contro una famiglia serba? Il sindaco di Bolotana Annalisa Motzo smentisce categoricamente e rispedisce al mittente le accuse mosse contro la comunità del Marghine da parte dell’ASCE una associazione che si occupa di immigrazione e emarginazione.

Ai primi di settembre in due episodi diversi sono stati dati alle fiamme e tirato un sasso rispettivamente contro un furgoncino e il camper di questa famiglia di origini serbe (e non rom come erroneamente è stato riportato in alcuni giornali) che da qualche tempo si è trasferita a Bolotana,

Nel comunicato stampa, l’Associazione racconta che questi danni sarebbero stati fatti alla famiglia straniera perché in paese si era sparsa la voce senza trovare riscontro nella realtà che “avessero compiuto furti e danneggiamenti”.

Il primo cittadino di Bolotana, invece, parla di accoglienza: «di quest’ultimo episodio lo abbiamo appreso tre settimane fa e come amministrazione comunale, ci siamo subito prodigati per ricevere la famiglia nei nostri uffici e dare a loro tutta la nostra solidarietà; una solidarietà – ribadisce – comunicata sin da quando queste persone hanno deciso di far parte della nostra comunità. l’Amministrazione che i servizi sociali, la scuola, le forze dell’ordine e i singoli cittadini si sono da subito attivati per predisporre una serie di interventi che favorissero l’integrazione di questa famiglia nella comunità bolotanese, e che a tutela della privacy, anche di minori, non si può parlare entrando nello specifico dettaglio. Rimane il fatto che qualcuno, senza conoscere realmente lo svolgimento fatti e le motivazioni, ha riportato un’immagine totalmente fuorviante della nostra comunità , la quale ha da sempre accolto e accoglie tutt’ ora diverse famiglie provenienti da paesi comunitari ed extracomunitari.».

“Un razzismo alimentato da pregiudizi e stereotipi tanto forti e tanto radicati da non avere neppure bisogno di essere ripetuti, quando si parla di rom, o addirittura di “zingari”, poiché rappresentano un sostrato culturale comune a tutti, in tutta la Sardegna e in tutta Italia, anche se assolutamente ingiustificato e intollerabile.

Quella che si respira a Bolotana è paura. Paura del diverso e di ciò che non si conosce, paura di essere giudicati o ostracizzati nel dimostrare solidarietà, paura di subire altri danneggiamenti o aggressioni.

“Oltre ad una comunità in allarme, esiste anche un’amministrazione muta, che non è stata in grado di pronunciarsi di fronte ad una serie di gravi fatti che hanno colpito una nuova famiglia residente nel territorio, né di spezzare il clima di marginalizzazione che la riguarda. Esordisce così la nota dell’ASCE.

“Tra queste voci – prosegue – ne esistono fortunatamente anche alcune discordanti, solidali, che hanno avuto la forza di superare lo stigma e la diffidenza per arrivare a portare parole di solidarietà, conforto, vicinanza, e che si stanno attivando per ricostruire quel legame che dovrebbe ancora rappresentare, pur nelle difficoltà di un panorama sociale sempre più sfilacciato, la forza delle comunità locali.

Come ASCE crediamo però importante che sia tutta la comunità a dover passare da una assunzione di responsabilità collettiva, a partire dagli amministratori e da quegli enti, come la scuola, che dovrebbero avere l’obiettivo di ristabilire un clima favorevole alla serena accoglienza e convivenza”.

“Riteniamo – conclude l’Associazione – fondamentale non farci partecipi di questo clima di allarme sociale, ma piuttosto contribuire a rafforzare quelle reti di solidarietà che sono in grado di distinguere e portare alla luce il riconoscimento della dignità delle persone, in grado di andare oltre gli stereotipi e le descrizioni discriminanti per lasciare spazio all’incontro, alla conoscenza, al confronto reciproco nella prospettiva del rispetto dei valori del vivere civile e della solidarietà”.

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