Guerra del latte. Il settore caseario scende in piazza contro gli assalti

Sonia

Guerra del latte. Il settore caseario scende in piazza contro gli assalti

lunedì 11 Marzo 2019 - 12:18
Guerra del latte. Il settore caseario scende in piazza contro gli assalti

Un pickup trasporta il latte appena munto (foto S.Novellu)

Prevista una grande manifestazione per questo giovedì

Blitz armati contro le autocisterne e i camion che trasportano il latte. Il settore caseario non ci sta e giovedì 14  si ritroverà in piazza a Macomer, per una grande manifestazione “per la legalità”. Un corteo “condiviso con il mondo del trasporto e della trasformazione a con quanti vorranno partecipare”.

Il programma viene stilato in queste ore ma l’evento è già stato fissato: sarà una risposta pacifica ma ferma agli oltre 10 assalti alle autocisterne che trasportano il latte. Blitz, talvolta armati, come sta accadendo negli ultimi episodi, l’ultimo dei quali a meno di 24 ore dall’intesa trovata a Sassari sul prezzo del latte a 74 centesimi al litro e sulla griglia per far salire questo valore con il conguaglio a novembre prossimo.

Nel frattempo i pastori fanno sapere che nei prossimi tavoli chiederanno le «convocazioni straordinarie per la modifica degli statuti delle Dop Pecorino Sardo e Fiore Sardo, che riteniamo debbono svolgere un ruolo cruciale nel futuro prossimo. Dovranno essere finalmente il valore aggiunto della filiera, evitando sforamenti nella produzione di Pecorino Romano e al contempo aumentando il valore della materia prima (il latte)». «Insomma dopo aver assistito alla inconcludenza dei tavoli regionali che sono durati mesi, dove noi non eravamo presenti, ma al contrario hanno partecipato altri soggetti rappresentativi dei pastori che adesso ci fanno la lezioncina – osservano – abbiamo dato inizio a una protesta che ha consentito, grazie anche ai nostri rappresentanti nei tavoli, di ottenere cose che in anni di discussioni fumose non si erano mai ottenute». «Fin dall’inizio abbiamo articolato la nostra vertenza su due fasi che riteniamo strategiche, ossia un punto A che doveva mirare a risolvere nell’immediato la tragica crisi dovuta all’eccessiva caduta del prezzo del latte che oggi grava sulle nostre aziende – spiegano – e da un punto B che punta ad una riforma strutturale di tutto il sistema lattiero caseario sardo, col fine di consentire una programmazione razionale per le annate future».

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