Caterina Murino: “Grazia Deledda? A scuola non ce l’hanno fatta né leggere né studiare”

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Caterina Murino: “Grazia Deledda? A scuola non ce l’hanno fatta né leggere né studiare”

lunedì 13 Agosto 2018 - 15:30
Caterina Murino: “Grazia Deledda? A scuola non ce l’hanno fatta né leggere né studiare”

Un ritratto dell'attrice Caterina Murino

«L’ho scoperta più tardi ed è stato subito amore per la sua scrittura e la capacità di trasportare i lettori nel suo universo e nei suoi personaggi. Non avrei mai pensato di poterle dar voce un giorno su un palcoscenico».

Caterina Murino si racconta così, dopo il debutto in prima nazionale di Canne al vento – paesaggi sonori, ideazione e regia di Rita Atzeri e musiche di Francesco Medda/Arrogalla.

Lo spettacolo, prodotto da Il Crogiuolo, è andato in scena con successo e sold out a Nora (per il Festival La Notte dei Poeti firmato Cedac), nel Vecchio Borgo di Osini, al Teatro Ticca di Cala Gonone-Dorgali e questa sera al Menhir Museum di Laconi per il NurArcheoFestival.

L’attrice cagliaritana, icona della bellezza mediterranea, si è misurata con Grazia Deledda nella pièce liberamente ispirata a uno dei capolavori della scrittrice nuorese.

«Un affresco di una Sardegna arcaica e fantastica. Il teatro e il cinema non rientravano tra i miei sogni di bambina. Da grande volevo fare la pediatra – confessa l’ex bond girl che da 21 anni vive a Parigi – poi la vita ha deciso diversamente e ho seguito l’onda».

La regista ha intrecciato alle vicende della famiglia Pintor testi contemporanei e spunti di riflessione su temi cruciali per la Sardegna, nel difficile passaggio tra la civiltà agropastorale e la modernità: industrializzazione e turismo ecosostenibile, le migrazioni contemporanee, la tragedia del Femminicidio.

Caterina Murino ripensa ai suoi esordi: «Dopo il concorso di Miss Italia del ’97 ho girato uno spot pubblicitario. Mi ha dato l’input per iniziare a studiare recitazione. Ora, 21 anni dopo aver lasciato la mia Sardegna, proseguo per questa strada cercando di tenere viva la passione e trovare la forza per andare avanti nonostante gli alti e bassi di questo mestiere, dove ogni nuova sceneggiatura è una nuova pagina da scrivere». E con una certezza. «Le mie radici ben piantate nella terra sarda, il senso forte della mia identità, sono il passaporto che mi dà la libertà di viaggiare in tutto il mondo».

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