Cronaca di una morte annunciata: “noi lavoratori di Ottana Polimeri abbandonati dalla politica e dai sindacati”

Sonia

Cronaca di una morte annunciata: “noi lavoratori di Ottana Polimeri abbandonati dalla politica e dai sindacati”

venerdì 29 Settembre 2017 - 12:14
Cronaca di una morte annunciata: “noi lavoratori di Ottana Polimeri abbandonati dalla politica e dai sindacati”

Una protesta dei lavoratori di Ottana Polimeri (foto Cronache Nuoresi)

La speranza sarebbe quella di affidare gli impianti al gruppo industriale DOW CHEMICAL COMPANY

Un centinaio di licenziamenti e un’area industriale ormai completamente nell’oblio delle Istituzioni, “la cronaca di una morte annunciata” nella drammaticità di una lettera giunta ieri in redazione da parte di un gruppo di lavoratori di Ottana Polimeri, che, pubblichiamo integralmente.

«In questi giorni numerosi articoli sulla stampa affrontano gli ormai conclamati licenziamenti dei lavoratori Ottana Polimeri.
Ovviamente tutto si potra’ dire in queste analisi, purché tale evento non sia stato previsto anticipatamente dai lavoratori, questa indegna conclusione della vertenza arriva dopo anni e anni che abbiamo tentato in vani di sensibilizzare organizzazioni sindacali e politica locale e regionale sull’ inconsistenza dell’ attuale amministratore del sito; inoltre abbiamo sempre ribadito che una volta chiusi i “rubinetti” dell’ Essenzialità avrebbe finito con il spolpare il sito industriale buttando le famiglie in mezzo a una strada.
Ora la ciliegina sulla torta sarà lo smantellamento degli impianti e trasferirli su altri siti europei, ricordiamo un patrimonio tecnologico dell’intera comunita’ simbolo del rilancio del centro Sardegna. In questo contesto le Organizzzazioni sindacali e la politica che ha fatto?
Di certo abbiamo visto  fratture all’ interno dei sindacati aggravando l’esito della vertenza e di fatto aumentando le disgregazioni tra i lavoratori, negli anni  la politica incapace di assumersi responsabilita’ e di prendere qualsiasi decisione ha mandato al tappeto un sistema industriale già fragile storicamente incrementando e sottovalutando i danni sociali e occupazionali.
Il chiudere cicli produttivi senza fare nulla fino ad oggi e vedere l’ area industriale senza operai ma colma di pannelli fotovoltaici gonfiando le tasche di pochi e’ l’ emblema del fallimento del sistema. Cosa chiediamo?

Certamente di intraprendere un percorso che liberi gli impianti dall’attuale proprietà che già nel 2009 fece andar via nel disinteresse generale, il gruppo industriale  DOW CHEMICAL COMPANY, una multinazionale che fino ad allora aveva dato lavoro stabile, di qualità e nel rispetto delle norme ambientali. Si usò allora la leva del ricatto sulle tariffe energetiche, imponendo alla DOW 170 euro Mw/h, unico caso nel globo terrestre. Noi il nostro l’abbiamo sempre fatto portando alla luce le difficoltà sicuramente usciamo a testa alta , d’altro canto non possono dire lo stesso gli altri attori della vertenza.

Dopo questa ennesima Caporetto di sindacati e politica, chiediamo che ci sia per una volta una reazione “A SCHIENA DRITTA”  di Pigliaru e della Piras, gli impianti POSSONO RIPARTIRE E IL LAVORO PUO’ TORNARE A OTTANA, a patto che la politica Regionale sottragga dalle grinfie di speculatori, sindacalisti e politici collusi con l’attuale gestore del sito,  gli impianti che siamo certi possono trovare altri soggetti seri e capaci intenzionati a farli ripartire in tempi brevissimi.

In conclusione non possiamo piangerci addosso, dobbiamo utilizzare quest’ evento in modo positivo aprendo subito un dibattito serio sul rilancio dell’ Industria».

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