Dagli ex capannoni industriali nuovi spazi per le imprese

Sonia

Dagli ex capannoni industriali nuovi spazi per le imprese

sabato 29 Marzo 2014 - 20:56
Convegno di Confindustria Aree industriali (foto S. Meloni)

Convegno di Confindustria Aree industriali (foto S. Meloni)

Soluzioni salva-crisi da una amministratrice

La maggior parte delle aree industriali del territorio nuorese sono cattedrali nel deserto: capannoni dismessi, assenza di acqua, energia elettrica e linee telefoniche. Alcune di queste (come il Consorzio di Pratosardo) sono sotto la tutela di un Commissario. Allora cosa serve  per farle decollare? Quali sono le prospettive di sviluppo? E specialmente ci sono i presupposti per uscire dalla crisi economica e sociale che attanaglia il territorio?

Nel convegno “Quali politiche di sviluppo per le aree industriali e PIP della Sardegna Centrale” organizzato a Pratosardo da Confindustria si è parlato di tutto questo.

 Imprenditori e amministratori locali si sono confrontati su diversi punti. Presenti all’incontro i sindaci di Nuoro, Alessandro Bianchi, e di Siniscola, Rocco Celentano, e il vice sindaco di Macomer, Rosanna Lai.

Incisivo l’intervento di quest’ultima al convegno: «imprenditori e amministratori devono interagire fra di loro» ha detto. Con sensibilità tutta femminile, l’amministratrice ha esposto la situazione focalizzando il problema ma specialmente cercando di dare risposte concrete e soluzioni.

«Come amministrazioni, ha evidenziato, abbiamo poche risorse sulle quali contare, tuttavia, si possono escogitare delle azioni per iniziare insieme un progetto di rilancio».

Secondo la Lai, ad esempio, si potrebbero usare i capannoni industriali dismessi per ricavare spazi comuni da destinare alle nuove imprese: «sarebbe un modo per limitare le spese, mettendo a disposizione pc, fax, stampanti e un unico consulente».

Bianchi e Celentano hanno posto l’accento sul fatto che la provincia di Nuoro sia finita nel dimenticatoio e tutte le proposte per un piano di sviluppo locale, di cui si reclama da anni un’attuazione, siano state accantonate.

Allora che fare?

«Chiediamo quindi alla Provincia di convocare i sindaci e tutte le forze istituzionali, politiche, economiche e sociali e a farsi promotrice di una vertenza che ponga all’attenzione della politica regionale e del Governo la pesantissima situazione del Nuorese e delle sue zone interne. Come accaduto altrove, e penso al Sulcis e al Sassarese, il territorio unito deve elaborare un pacchetto unitario di proposte in base alle quali predisporre e realizzare con il sostegno dello Stato e della Regione un Progetto per il Nuorese e le sue zone interne» afferma Roberto Bornioli.

Secondo Confindustria, infatti, Il progetto non potrà non tener conto di due questioni fondamentali per lo sviluppo del centro Sardegna: la prima riguarda senz’altro il futuro della centrale elettrica di Ottana, impianto strategico per il sito industriale dove nonostante i disagi operano 42 imprese e lavorano 600 addetti, con 62 milioni all’anno di export.

Dopo che l’azienda ha bloccato il fattore riconversione a carbone e in attesa che arrivi il gas metano, è necessario che il territorio unito ottenga la proroga del regime di essenzialità, così come avviene per le altre centrali elettriche in Sardegna, nel Sulcis e a Fiumesanto che operano tutte in regime di prezzi agevolato.

Per questo occorre mettere da parte le contrapposizioni per far sì che la Regione e poi lo Stato concedano in via transitoria, e come è accaduto finora, la proroga in attesa del metano. Occorre poi avviare subito gli interventi a sostegno delle quattro Aree di crisi della Sardegna centrale, cui sono destinati 50 milioni di euro per ampliamenti aziendali e nuovi investimenti produttivi.

Come si suol dire: speriamo in un futuro roseo e rosa in tutti i sensi!

So.Meloni © Tutti i diritti riservti

Un commento  - mostra commenti

  1. se queste sono le soluzioni prepariamoci ad altre chiusure e casse integrazioni. L’unica cosa che possono fare veramente e cercare di amministrare bene le risorse che gli sono affidate, senza andare, a ogni occasione a rivendicarne altre per scialacquarle come al solito

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