Rapina al Brico Io: tre arresti tra i quali un dipendente

Sonia

Rapina al Brico Io: tre arresti tra i quali un dipendente

giovedì 23 Gennaio 2014 - 12:50
Rapina al Brico Io: tre arresti tra i quali un dipendente

Marco Zaccheroni, Gonario Morittu e Antonio Francesco Carta

Marco Zaccheroni, Gonario Morittu e Antonio Francesco Carta

Marco Zaccheroni, Gonario Morittu e Antonio Francesco Carta

Legami anche con la rapina alla Gioielleria Fadda e con un furto di Bestiame

Chiuse con tre arresti le indagini sulla rapina compiuta a Nuoro nel giugno scorso al Brico Io di Viale della Resistenza.

Nella tarda serata di ieri, 22 gennaio 2014, i Carabinieri della Compagnia di Ottana, guidati dal cap. Alessio Zanella, insieme agli agenti della Squadra Mobile della Questura di Nuoro, diretti dal vice Questore Fabrizio Mustaro, hanno compiuto tre arresti: Gonario Morittu (classe 1992 di Orani), Francesco Carta (classe 1979 di Orotelli) entrambi pregiudicati e già detenuti a Badu ‘e Carros per altri capi di imputazione, e Marco Zaccheroni (nuorese, classe 1983, anche lui pregiudicato) dipendente del negozio Brico Io, oggetto della rapina. Le misure di custodia cautelare sono state disposte dal GIP del tribunale di Nuoro dott. Mauro Pusceddu.

Dalle indagini, coordinate dal sostituto procuratore dott. Andrea Vacca, è emerso che tutti e tre i soggetti, sono ritenuti responsabili della rapina perpetrata il 15 giugno 2013 ai danni dell’esercizio commerciale nuorese.

La rapina risale al 15 giugno scorso, quando due individui, mascherati e armati di pistola, al momento della chiusura sono comparsi dal nulla all’interno dell’esercizio commerciale e dopo aver rinchiuso i dipendenti all’interno di un bagno, si sono impossessati dell’intero incasso delle ultime giornate lavorative custodito all’interno della cassaforte, circa 15 mila euro.

Sul posto, sono intervenuti gli agenti della Squadra Mobile che hanno proceduto a raccogliere le prime testimonianze delle vittime. La prassi seguita dai dipendenti al termine della giornata lavorativa era la seguente: fatto un giro all’interno del punto vendita al fine di verificare la presenza di eventuali clienti ritardatari, si abbassano le saracinesche situate all’ingresso e infine si estraevano dalle casse i cassetti contenenti i contanti della giornata, per posizionarli all’interno della cassaforte.

Al momento della rapina all’interno dell’esercizio erano presenti 4 dipendenti, tra cui Zaccheroni. Concluse le operazioni di chiusura della cassa, da dietro gli scaffali sono comparsi all’improvviso i due rapinatori, entrati sicuramente durante l’orario di apertura con al seguito già le armi e i passamontagna (la scena purtroppo non è stata ripresa dal sistema di videosorveglianza interno). Sotto la minaccia delle armi si sono fatti aprire la cassaforte, hanno rinchiuso i quattro dipendenti all’interno del bagno è hanno completato il colpo indisturbati.

Gli inquirenti hanno rilevato alcune stranezze: la chiave del bagno era posizionata dalla parte esterna della porta (contrariamente alla normalità che vede la chiave sempre all’interno proprio per garantire la privacy del cliente); dopo alcuni minuti uno dei rapinatori ha riaperto la porta chiedendo chi possedesse un’autovettura e la prima persona che si è fatta trovare davanti e che ha risposto prontamente alla richiesta consegnando le chiavi della propria Citroen C2 (già parcheggiata proprio all’uscita principale del Brico) è stato proprio Zaccheroni.

Da sottolineare che per quel giorno, Zaccheroni ha lavorato dalle 16.30 alle 20.30, dopo aver chiesto la cortesia ad un collega di effettuare il cambio turno, originariamente programmato nella fascia oraria 15.30-19.30, adducendo poi agli inquirenti scuse alquanto contraddittorie. Circa un’ora prima del fatto, ha chiesto inoltre alla responsabile il permesso di assentarsi per il tempo strettamente necessario a spostare la macchina dal parcheggio in cui si trovava, a poche decine di metri dal Brico, per posizionarla proprio nei pressi della porta d’ingresso  del punto vendita. Anche in questo caso ha fornito agli inquirenti spiegazioni mendaci, asserendo di averla parcheggiata di fronte al negozio poco prima di intraprendere il turno di lavoro.

Ulteriore elemento rilevante è inerente il cosiddetto “giro di controllo”: Zaccheroni ha affermato di averlo fatto unitamente ad un suo collega, contrariamente a quanto sostenuto da quest’ultimo il quale ha negato di averne preso parte in quanto, a specifica domanda, Zaccheroni ha risposto che lo aveva già fatto lui.

Curioso, infine, anche il rinvenimento della Citroen utilizzata per la fuga: Solitamente tali veicoli vengono dati alle fiamme in modo da eliminare qualsiasi traccia; in questo caso, invece, l’auto è stata trovata in perfette condizioni, con le chiavi ancora inserite nel quadro di accensione.

Intanto i Carabinieri di Ottana, stavano monitorando gli altri due complici: Morittu e Carta. In particolare, il 7 giugno, otto giorni prima della rapina, hanno documentato il sopralluogo che i due hanno effettuato, sia per la rapina alla Gioielleria Fadda di Viale Repubblica, a pochi passi dal Brico, commessa poi il successivo 19 luglio, per la quale sono attualmente in stato di custodia cautelare dal 14 agosto scorso. Proprio il 7 giugno, Morittu e Carta avrebbero incontrato Zaccheroni per definire alcuni dettagli da seguire per la buona riuscita del colpo. È stata l’occasione per decidere quale auto utilizzare per la fuga. Così si spiega la messa in scena fatta dai rapinatori nel momento in cui formulano la richiesta ai dipendenti della macchina: era già tutto pianificato, anche il punto preciso in cui parcheggiarla all’uscita principale del negozio.

Carta e Morittu sono, dunque, ritenuti i soggetti “forti”. Entrambi sono detenuti anche per la rapina aggravata commessa ai danni della Gioielleria Fadda, per la quale erano stati arrestati (insieme ad altri due pregiudicati) lo scorso agosto, e per il furto aggravato di bestiame compiuto lo scorso 25 ottobre.

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