La comunità di Solarussa, insieme a quella di Sanluri e alla Federazione Nazionale dei Medici Chirurgi, si è riunita ieri per commemorare la dottoressa Roberta Zedda, tragicamente scomparsa il 3 luglio 2003 mentre svolgeva il suo servizio di Guardia Medica. L’evento, intriso di commozione e profondo rispetto, ha visto la dedicazione di una piazza e l’inaugurazione di una scultura in memoria di una professionista che ha sacrificato la sua vita per gli altri.

La scultura in onore della dottoressa Roberta Zedda (f. F. N.)
La giornata ha avuto inizio alle 18:30 nella parrocchia de Le Grazie con una toccante Santa Messa. L’altare, adornato con rose bianche, ha accolto numerosi fedeli, molti dei quali non sono riusciti a trovare posto nella piccola chiesa, testimoniando la sentita partecipazione. Erano presenti anche molti sindaci del territorio con la fascia tricolore, uniti ai primi cittadini di Solarussa e Sanluri. Nell’omelia, il parroco don Mariano Pili ha ricordato il sacrificio di Roberta, sottolineando il suo spirito di servizio e la sua dedizione che andavano oltre il mero impegno professionale. “Si è donata agli altri, il suo spirito di servizio verso il prossimo deve farci capire il significato della vita,” ha affermato il sacerdote, “il suo sacrificio ci deve far pensare a quanti muoiono nei luoghi di lavoro e si sacrificano per i loro famigliari e per gli altri.”
Alla cerimonia hanno partecipato numerose autorità civili e militari, tra cui il Prefetto di Oristano Salvatore Angieri, il presidente del Consiglio Regionale Piero Comandini, e i consiglieri regionali Alessandro Solinas, Salvatore Cao ed Emanuele Cera.
Dopo la funzione religiosa, un breve corteo ha raggiunto la piazza antistante il Municipio, ora intitolata alla dottoressa Roberta Zedda. Il nastro è stato tagliato dalla madre di Roberta, giunta in carrozzella, in un momento di grande intensità emotiva, che ha preceduto l’inaugurazione della scultura dedicata alla memoria della dottoressa.
Il Sindaco di Solarussa, Mario Tendas, ha spiegato come la decisione di dedicare la piazza sia stata il risultato di un referendum popolare, con il 40% dei cittadini che si è espresso in tal senso, definendolo un vero “plebiscito”. Sono seguiti gli interventi del sindaco di Sanluri, Alberto Urpi, del Prefetto di Oristano Salvatore Angieri, del Presidente del Consiglio Regionale Piero Comandini e del Presidente Nazionale degli Ordini dei Medici Filippo Anelli. Il fratello di Roberta, Antonello Zedda, ha commosso i presenti leggendo una poesia di un’amica della dottoressa.
Tutti gli oratori hanno evidenziato la natura ardua, rischiosa e faticosa della professione medica, che spesso richiede di operare in situazioni critiche, anche di notte o durante i fine settimana, per la salute del prossimo. È stato ribadito come il sacrificio di Roberta abbia portato all’introduzione di guardie giurate armate a supporto delle guardie mediche, una situazione definita “assurda” dagli intervenuti, sottolineando la necessità che chi si prende cura degli altri sia adeguatamente protetto. L’importanza dell’educazione nelle scuole è stata richiamata per promuovere il rispetto della persona e contrastare la violenza, in particolare quella sulle donne, ricordando che il caso di Roberta Zedda è stato uno dei tanti femminicidi della nostra epoca.
A lato dell’opera è stata scoperta una targa circolare che ne spiega il significato: “L’ABBRACCIO”. L’opera, ideata e realizzata dall’architetto di Sedilo Roberto Virdis con la collaborazione della ceramista Pina Corriga di Solarussa, è un profondo simbolo. “I due blocchi in granito, che si uniscono in un cerchio in acciaio, materiali forti, raffigurano l’Abbraccio delle due comunità Sanluri Solarussa che ne condividono la memoria,” si legge sulla targa. “Dal cerchio d’acciaio si ergono rose bianche in ceramica, materia delicata, come simboli di vita, amore cura, metafora della luce che Roberta ha donato nella sua dedizione al lavoro.” Roberta Zedda amava il suo lavoro e desiderava recarsi in Africa per assistere le popolazioni più bisognose. Questo desiderio di donarsi agli altri è raffigurato nell’opera come un grande abbraccio, un gesto di fiducia e solidarietà che lei esprimeva anche nei saluti.
La giornata si è conclusa nel Cortile della Casa Sanna con l’esibizione dei Cori Polifonico Etnico Eleonora d’Arborea di Oristano e Polifonico San Gregorio di Solarussa, diretti dal maestro Antonello Manca, che hanno offerto un momento di riflessione e commozione attraverso la musica.
F. N.