Un grave caso di peculato e sostituzione di persona scuote il mondo delle Poste sarde. Un’impiegata di 48 anni è stata scoperta dai Carabinieri e sospesa dal servizio con un provvedimento emesso dal GIP, con l’accusa di essersi appropriata indebitamente di circa 40mila euro, prelevati dai conti e dai libretti di clienti, per lo più persone anziane, disabili e stranieri.
Le indagini, condotte dai Carabinieri delle Stazioni di Ghilarza e Abbasanta, sono partite nei primi mesi del 2024 a seguito di diverse denunce presentate dalle vittime. Secondo quanto emerso, la donna, che ha prestato servizio in vari uffici postali della provincia, avrebbe agito indisturbata per circa dieci mesi.
IL MODUS OPERANDI – Il modus operandi dell’impiegata era tanto astuto quanto spregiudicato. La 48enne si sarebbe sostituita ai clienti, chiudendo le loro carte Postepay o accedendo ai libretti postali. Utilizzando documenti o copie di documenti già in suo possesso, avrebbe effettuato operazioni fittizie, inclusa l’accensione di nuovi libretti postali sui quali faceva confluire somme di denaro, poi prelevate illecitamente. In altri casi, l’indagata si appropriava di somme direttamente dai conti correnti, simulando operazioni che, a fronte delle richieste di spiegazioni da parte dei clienti, venivano giustificate come “operazioni non andate a buon fine”. Le vittime, accortesi degli ammanchi sui conti o dell’improvvisa chiusura di libretti e carte, hanno sporto denuncia, facendo scattare le indagini.
LE VITTIME E I DEPISTAGGI – I Carabinieri hanno accertato che, in alcune occasioni, l’impiegata avrebbe utilizzato le postazioni di lavoro di colleghi assenti per sviare eventuali indagini. La scelta delle vittime non era casuale: come evidenziato dal GIP nella misura cautelare, la donna si rivolgeva a persone fragili e vulnerabili, scegliendo “di età avanzata, con limitazioni linguistiche (una vittima è di etnia cinese) o sensoriali (in un caso la vittima è un non udente)”.
Nel corso della perquisizione domiciliare a casa dell’indagata, è stato trovato materiale di interesse investigativo. Tra gli oggetti sequestrati, una carta d’identità e una tessera sanitaria intestate a terze persone, diverse fotocopie di documenti e un’agenda contenente annotazioni di numeri di carte Postepay con i relativi nominativi dei titolari. L’indagata è ora accusata di vari episodi di peculato – reato contestato poiché, nonostante la privatizzazione, Poste Italiane è considerata ancora un ente pubblico ai fini di questa fattispecie – e sostituzione di persona. La sospensione dal servizio è il primo provvedimento in attesa degli ulteriori sviluppi giudiziari.