La Sardegna alza ancora una volta un muro contro la realizzazione del deposito nazionale di scorie nucleari sul suo territorio. Nonostante l’inserimento di 16 comuni sardi nelle aree potenzialmente idonee individuate dal Governo, la Regione ha ribadito con forza il suo “no” categorico a questa ipotesi.
In una riunione urgente convocata nei giorni scorsi, l’assessore regionale all’Ambiente, Rosanna Laconi, ha sottolineato come la Sardegna sia unanime nel rifiutare qualsiasi forma di stoccaggio di rifiuti radioattivi. “Il sentimento dei sardi è chiaro e inequivocabile”, ha affermato l’assessora, “come dimostrato dal referendum del 2011, quando il 97% dei votanti si espresse contro il nucleare”.
Il documento redatto evidenzia le “gravi criticità” che rendono la Sardegna “del tutto inadatta ad ospitare una struttura di tale pericolosità per le popolazioni, in ragione dei rischi che la sua realizzazione potrebbe comportare per l’ambiente, il paesaggio, le produzioni agricole e zootecniche, l’approvvigionamento idrico riconducibili alla realizzazione del depot, solo per citare alcuni degli ambiti più sensibili”. “Non arretreremo di un millimetro. La difesa della nostra terra, delle nostre comunità e del nostro futuro – conclude Rosanna Laconi – è una priorità assoluta”