“Io, cittadina del Centro Sardegna, come tanti, da mesi senza medico di base: ecco la mia storia”

Sonia

“Io, cittadina del Centro Sardegna, come tanti, da mesi senza medico di base: ecco la mia storia”

martedì 17 Gennaio 2023 - 11:51
“Io, cittadina del Centro Sardegna, come tanti, da mesi senza medico di base: ecco la mia storia”

«Mi sono chiesta più volte come iniziare. L’angoscia la rabbia la preoccupazione e l’indignazione sono tali che rischia di non poter iniziare senza polemica. Partiamo da un episodio apparentemente banale ma già carico di significato».

Lo scrive Lucia, una lettrice che racconta  l’odissea di qualsiasi cittadino di un paese della Sardegna centrale rimasto improvvisamente senza medico di base.

«Lo scorso metà  giugno attraverso i social abbiamo appreso che uno dei medici di base a Bitti non era più operativo in quanto era finita la convenzione con l’ASL:  significa che i pazienti devono cercarsi un altro medico».

La signora evidenzia come: «Nessuno della direzione ASL si è preoccupato di avvisarli in tempo, anzi pare che non sia previsto e non si possa nemmeno fare. Qualcuno sostiene che la notizia trapelasse da tempo con discrezione nei vicoli, ma senza troppo rumore. Corro agli uffici ASL di Nuoro a chiedere informazioni. Mi dicono che non è loro competenza ma è competenza degli uffici di Bitti, mi dicono che sfortunatamente il responsabile che poteva darmi una risposta è assente per gravi problemi familiari, mi dicono di provare a chiedere nei paesi circostanti direttamente ai medici rimasti, mi spiegano persino che i pazienti non possono essere avvisati perché altrimenti si precipitano negli uffici a chiedere assegnazione  del medico.  alla fine il più coraggioso mi dice che non ci sono medici di base a disposizione».

Lucia , non si arrende e con perseveranza cerca sulla piattaforma istituzionale «”Sardegna Salute,”  nella quale ,”ci sono alcuni nomi, anche obsoleti, senza possibilità di scelta medico, al numero verde non risponde nessuno e il metodo automatico non funziona».

«Intanto ecco le accuse e gli scaricabarile partite da tempo e che non riguardano solo Bitti: la politica di oggi anzi no quella di ieri, la destra anzi no la sinistra, il Covid, il numero chiuso a Medicina, la Regione anzi no il Ministero, il MES anzi no» dice Lucia che sottolinea come chi è rimasto senza medico deve intraprendere l’arte di arrangiarsi.

«Ho potuto notare che le Guardie Mediche, che garantiscono la continuità assistenziale la notte e nei giorni festivi per le urgenze, vengono oberate di richieste di prescrizioni farmaci, esami, e soprattutto visite; (mi risulta anche che mentre il medico di base ha un massimo di 1500 pazienti, (questo professionista lavora in paesi e frazioni che arrivano a 10000 pazienti). In alcuni paesi mancano pure le guardie mediche. Si è creato un meccanismo perverso in cui i pazienti privi di medico possono rivolgersi solo alla Guardia Medica e nei paesi dove non c’è neppure questa si va al Pronto Soccorso ormai anche esso al collasso con professionisti in affitto».

« Adesso ho capito perché si  preferisce lavorare nel privato piuttosto che nel pubblico. I medici di famiglia lavorano su convenzione e devono farsi carico di studio medico e eventuale sostituzione  che non sempre  l’ASL paga; le specializzazioni in medicina generale e medicina d’urgenza non sono incentivate e gli stipendi tra i più bassi d’Europa». scrive Lucia e prosegue: « Meglio un’altra specializzazione e uno studio privato.  Il famoso proposito durante la fase peggiore della pandemia: incentivare e potenziare la medicina territoriale, per alleviare il carico nel Pronto Soccorso, chi se lo ricorda più? L’arcobaleno con la scritta “andrà tutto bene”? Restano gli applausi dalle finestre che vorrei facessimo tutti: a chi continua a fare del suo meglio e oltre, senza più guardare orologio, nei reparti sotto dimensionati, nella Medicina d’urgenza, nella continuità assistenziale, ai neolaureati che si sono proposti per sostituire temporaneamente i medici e le guardie mediche mancanti. Agli altri coinvolti: l’augurio che la coscienza si smuova prima di incappare nella diretta esperienza».

Lucia

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