La truffa del pellet: una truffa ormai legalizzata

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La truffa del pellet: una truffa ormai legalizzata

sabato 17 Settembre 2022 - 08:15
La truffa del pellet: una truffa ormai legalizzata

Andiamo verso l’inverno e l’Italia si trova come spesso accade divisa: da una parte i ricchi, coloro che pagano senza nemmeno rendersi conto della situazione che si è venuta a creare, e chi vive di un normale stipendio, che si fa sempre più misero così come il potere d’acquisto che ne deriva, in costante calo.

ARRIVA IL FREDDO – Inverno = riscaldamento. Se l’estate è stata lunga, lunghissima e estenuante per il gran caldo, questa ora volge al termine e si avvicina il momento in tutti ci troveremo a fare i conti con il freddo, con i costi del riscaldamento alle stelle, di qualunque tipologia di impianto si disponga.

LA SPECULAZIONE – Da più parti si parla di speculazione, speculazione che, con la scusa della guerra, continua a generare aumenti ingiustificati anche per generi che non hanno nulla a che vedere con la guerra, ne come produzione ne come materie prime, pensiamo ad esempio all’acqua, che nei discount, anche a Nuoro, ha quasi raddoppiato il proprio prezzo, passando da 17 centesimi per una bottiglia da due litri di un’acqua di sottomarca, a 29 centesimi per un litro e mezzo di acqua dello stesso tipo .

COSTI ALLE STELLE – Poi ci sono i costi dell’energia, con bollette raddoppiate e in qualche caso triplicate. E poi c’è il pellet, che negli ultimi anni aveva subito aumenti sensibili ma tollerabili, passando da circa 4 a 5 euro per poi esplodere, a marzo dello scorso anno, a 7, a 8 e persino a 9 euro, con rivenditori che ti comunicavano il prezzo trattenendo a stento il sorriso beffardo. Poi è arrivata l’estate e tutto sembrava risolto, si pensava che fosse un problema di speculazione passeggera. Adesso l’inverno è alle porte e il costo del pellet è continuato a salire, a 9, 10 e persino a 12 euro, con i rivenditori che ti suggeriscono di acquistare perché la prospettiva sono ulteriori aumenti in quanto “pellet non se ne trova”.

DOVE È FINITO IL PELLET? Qualche settimana fa la notizia dell’arrivo in Sardegna di una nave carica circa 16mila tonnellate di pellet proveniente dal Brasile, pellet di cui nel frattempo si sono perse le tracce dato che sul mercato, anche nelle rivendite nuoresi dove in questo periodo bancali su bancali facevano bella mostra di sé per gli acquisti prestagionali, sembra non essere arrivato e il poco che si trova ha prezzi abbondantemente sopra i 10-12 euro.

Poi qualche rivenditore amico confida: “Quest’anno non me la sento di prendere in giro i miei clienti e non venderò pellet, non mi presto a questa speculazione; molti miei colleghi hanno i magazzini pieni e non lo mettono in vendita in attesa che arrivi il freddo e il prezzo schizzi alle stelle”.

LA VIA DEL WEB – Se poi si vuole tentare di risolvere il problema rivolgendosi al web ecco un’altra sorpresa: qui, decine di rivenditori hanno a catalogo e immediatamente disponibili diverse tipologie di pellet a prezzi “normali” e in molti casi ancora più convenienti. Se però provi a chiamare il numero di telefono indicato sul sito a quel numero non risponde nessuno. Facendo la controprova, sempre sul web, per vedere se quel determinato negozio/ferramenta/rivenditore di materiali edili esista davvero, con quello stesso nome e quell’indirizzo, lo si trova ma ha un numero di telefono diverso. Chiamando quel numero rispondono sempre e, a fronte del racconto, rispondono che sono al corrente della situazione, e che l’hanno denunciata dallo scorso anno.

MA CHI DOVREBBE CONTROLLA? – A questo punto la domanda sorge spontanea: se ognuno di noi può verificare questa situazione, che ormai va avanti da circa un anno, cosa hanno fatto e stanno facendo in tutto questo tempo gli istituti preposti e le Forze dell’ordine? Possibile che nessuno effettui controlli e eserciti la propria autorità per arginare il fenomeno e lasci che tanti ingenui fruitori del web siano esposti a truffa certa? Viene il sospetto che tutto questo abbia una regia e che, così come avviene per l’energia e i carburanti, e che ci troviamo davanti all’ennesima truffa permessa dallo Stato, e che anche in questo sia lui stesso a lucrarci abbondantemente.

Nel frattempo, la strategia corretta crediamo sia quella di non cedere alla tentazione e non comprare il pellet a questi prezzi. Magari, dato che anche lo stoccaggio ha un costo, i commercianti alla fine torneranno sulle loro posizioni e adegueranno i prezzi pur di liberarsi delle scorte accumulate.

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