Parco eolico nel mare in Baronia e in Gallura: il caso approda in parlamento

Sonia

Parco eolico nel mare in Baronia e in Gallura: il caso approda in parlamento

lunedì 20 Giugno 2022 - 10:02
Parco eolico nel mare in Baronia e in Gallura: il caso approda in parlamento

Parco eolico (foot pixabay

Una mobilitazione popolare di sindaci e cittadini contro la realizzazione del nuovo parco eolico promosso dalla società “Tibula Energia S.r.l.”.

È quanto chiede la deputata Mara Lapia che, tramite un atto urgente indirizzata alla sezione demanio della Capitaneria di Porto di Olbia, ha presentato ieri la sua personale opposizione al progetto, spiegando le ragioni della totale contrarietà all’imponente opera promossa dalla società in questione. La parlamentare, con un’interrogazione depositata ieri ed indirizzata al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, ha inoltre deciso di sollecitare ancora una volta il Governo al fine di bloccare definitivamente il progetto.

«Si tratta di un’opera – prosegue la parlamentare – che prevede l’installazione di ben 65 turbine galleggianti in mare che, comprese le porzioni di terraferma che saranno interessate dal progetto, occuperanno una superficie di oltre tre milioni di metri quadri tra mare e terra. Ancora una volta le coste della Sardegna, questa volta quelle comprese tra i comuni di Olbia e Siniscola proprio laddove sorge il Parco Regionale Naturale di Tepilora, verranno prese d’assalto da società dedite alla costruzione di impianti offshore che sfrutteranno i nostri territori senza alcun beneficio per i cittadini sardi».

 Motivo per cui la deputata Lapia, nel termine massimo del prossimo 30 giugno come richiesto dalla sezione demanio della Capitaneria di Porto di Olbia, ha presentato sabatoun documento con la sua personale opposizione al progetto, esplicando puntuali osservazioni avverso la realizzazione dello stesso, chiedendo di rigettare la richiesta di concessione demaniale avanzata dalla società e di essere presente alla prossima conferenza di servizi.

Vi è più di una ragione – sottolinea la deputata – per essere contrari all’opera: dall’impatto ambientale sull’ecosistema marino all’impatto socio-economico, poiché è messa a rischio la vocazione turistica dei nostri territori. Si tratta di fermare la realizzazione di impianti imponenti che non pongono alcun tipo di attenzione sugli effetti diretti ed indiretti sull’ambiente: rischiamo di alterare drasticamente il nostro paesaggio, senza contare quali conseguenze avrebbe il rumore sottomarino delle pale eoliche sulla vita della fauna marina, sulle rotte dei pesci e sulla sua riproduzione. Questo impianto produrrà energia che non porterà nulla a beneficio dei sardi: l’energia prodotta sarà infatti trasferita in Sicilia. Mi chiedo infine in che modo la società proponente intende smaltire queste turbine quando, alla fine del loro ciclo di vita, dovranno essere trattate con costi elevatissimi per la riciclabilità anche per le stesse società. Le lasceremo in mare, ferme, come già accaduto altrove? Invito pertanto i sindaci di tutti i comuni interessati dal progetto a presentare, nel giro di poche ore, le loro osservazioni e la loro ferma opposizione al progetto inviando il tutto alla sezione demanio della Capitaneria di Porto di Olbia come ho già fatto ieri: chiedo inoltre ai cittadini di mobilitarsi, sostenendo – ha concluso la deputata – la petizione pubblica che ho inteso promuovere, facendo sentire la loro voce anche dinanzi agli amministratori delle loro comunità”.

A tal proposito, proprio la deputata Lapia, ha già avviato tramite il canale Change.org una petizione popolare raggiungibile al sito: https://chng.it/PyNHz6Kp62

Sulla stessa linea il consigliere regionale Roberto Deriu che sottolinea: «Il mare tra Olbia e Siniscola resti libero da parchi eolici offshore. Siamo a favore delle energie rinnovabili, ma solo a patto che i progetti siano compatibili con la tutela delle ragioni paesaggistiche e ambientali del nostro territorio. Quello progettato al largo della costa nordorientale sarda, tra i mari più belli al mondo, evidentemente non lo è».

»Il danno sarebbe irreparabile, e non c’è prezzo che possa ripagarlo e farci retrocedere, neppure di mezzo passo. La nostra è un’opposizione netta – conclude Roberto Deriu – sia a chi vuole comprare il nostro mare sia a chi vuole venderlo. Siamo pronti alle barricate per impedire questo scempio».

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