Domusnovas. Pacifisti davanti alla fabbrica RWM per dire no alle bombe e alla guerra

Franceschino Nieddu

Domusnovas. Pacifisti davanti alla fabbrica RWM per dire no alle bombe e alla guerra

domenica 06 Marzo 2022 - 19:21
Domusnovas. Pacifisti davanti alla fabbrica RWM  per dire no alle bombe e alla guerra

Le associazioni pacifiste, antimilitariste, anticolonialiste della Sardegna aderenti al coordinamento Stop RWM hanno organizzato il 1 marzo scorso una manifestazione contro la fabbrica di bombe di Domusnovas.

“Contro i mercanti di morte, per il blocco della produzione” -scrivono gli organizzatori nel documento di convocazione- “Il Consiglio di Stato si è espresso con una sentenza contro l’ampliamento della stessa fabbrica e la demolizione degli impianti abusivi che triplicano la produzione” A questa sentenza la stessa RWM ha fatto ricorso.

Questa fabbrica appartiene a una multinazionale tedesca, in un primo momento fabbricava fuochi d’artificio, poi la produzione è stata convertita in proiettili di gomma poi in bombe, che vengono vendute principalmente alla Arabia Saudita e Emirati Arabi e usate per bombardare lo Yemen.

Gli antimilitaristi sottolineano come l’azienda ha continuato a fornire bombe alla Turchia e ha stretto accordi con una azienda Israeliana  (la UVsion) per la produzione e la commercializzazione in Europa dei “Droni Killer”,  definiti sempre dagli attivisti anti RWM : “ultimo grido nel campo degli ordigni letali”.

C’è da evidenziare che le forze politiche, i sindacati confederali e le istituzioni locali difendono la fabbrica per salvaguardare i posti di lavoro, dal canto loro le associazioni        anti-RWM affermano che la Sardegna è già penalizzata dall’occupazione militare con poligoni e basi militari, ai quali si aggiunge questa fabbrica che potrebbe essere convertita con una produzione che non sia per scopi bellici.

Considerando gli scenari di guerra  in atto a livello internazionale, la Sardegna è già un obiettivo sensibile sia per la  posizione geografica sia per la presenza dei poligono militari  e della fabbrica.

Una situazione che si aggraverebbe ulteriormente se si decidesse di allestire nell’Isola il deposito unico nazionale di scorie nucleari hanno affermato gli organizzatori della manifestazione.

F.Nieddu

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