Le associazioni pacifiste, antimilitariste, anticolonialiste della Sardegna aderenti al coordinamento Stop RWM hanno organizzato il 1 marzo scorso una manifestazione contro la fabbrica di bombe di Domusnovas.
“Contro i mercanti di morte, per il blocco della produzione” -scrivono gli organizzatori nel documento di convocazione- “Il Consiglio di Stato si è espresso con una sentenza contro l’ampliamento della stessa fabbrica e la demolizione degli impianti abusivi che triplicano la produzione” A questa sentenza la stessa RWM ha fatto ricorso.
Questa fabbrica appartiene a una multinazionale tedesca, in un primo momento fabbricava fuochi d’artificio, poi la produzione è stata convertita in proiettili di gomma poi in bombe, che vengono vendute principalmente alla Arabia Saudita e Emirati Arabi e usate per bombardare lo Yemen.
Gli antimilitaristi sottolineano come l’azienda ha continuato a fornire bombe alla Turchia e ha stretto accordi con una azienda Israeliana (la UVsion) per la produzione e la commercializzazione in Europa dei “Droni Killer”, definiti sempre dagli attivisti anti RWM : “ultimo grido nel campo degli ordigni letali”.
C’è da evidenziare che le forze politiche, i sindacati confederali e le istituzioni locali difendono la fabbrica per salvaguardare i posti di lavoro, dal canto loro le associazioni anti-RWM affermano che la Sardegna è già penalizzata dall’occupazione militare con poligoni e basi militari, ai quali si aggiunge questa fabbrica che potrebbe essere convertita con una produzione che non sia per scopi bellici.
Considerando gli scenari di guerra in atto a livello internazionale, la Sardegna è già un obiettivo sensibile sia per la posizione geografica sia per la presenza dei poligono militari e della fabbrica.
Una situazione che si aggraverebbe ulteriormente se si decidesse di allestire nell’Isola il deposito unico nazionale di scorie nucleari hanno affermato gli organizzatori della manifestazione.
F.Nieddu