Dopo il preoccupante caso di censura, Paolo Nori rinuncia al corso su Fëdor Dostoevskij alla Bicocca

Salvatore

Dopo il preoccupante caso di censura, Paolo Nori rinuncia al corso su Fëdor Dostoevskij alla Bicocca

giovedì 03 Marzo 2022 - 09:58
Dopo il preoccupante caso di censura, Paolo Nori rinuncia al corso su Fëdor Dostoevskij alla Bicocca

Lo scrittore Paolo Nori

L’eclatante episodio di censura messo in atto ieri dalla prestigiosa Università Bicocca di Milano ha destato scandalo nel mondo della cultura, e non solo.

Nel pomeriggio, poi, l’Istituto  si era reso protagonista dell’incresciosa presa di posizione, censurando un corso sullo scrittore russo Fëdor Dostoevskij che  si sarebbe dovuto tenere nei propri locali a opera dello scrittore parmense Paolo Nori, con la semplice quanto assurda motivazione di “Evitare ogni forma di polemica, soprattutto interna, in quanto momento di forte tensione”, cambia idea e comunica: “Il corso su Dostoevskij di Paolo Nori si farà nei giorni stabiliti e nelle modalità previste con il relatore”.

Nori sin da subito storce il naso e commenta: “Non so se tornerò in Bicocca, ci devo pensare“. E così è stato, poche ore dopo, sulle pagine del proprio blog Per aprire la porta agli stuedenti scrive: “Il prorettore di Bicocca Casiraghi racconta i motivi per cui hanno sospeso il mio corso. Per «ristrutturare il corso e ampliare il messaggio per aprire la mente degli studenti. Aggiungendo a Dostoevskij alcuni autori ucraini». Non condivido questa idea che se parli di un autore russo devi parlare anche di un autore ucraino, ma ognuno ha le proprie idee. Se la pensano così, fanno bene. Io purtroppo non conosco autori ucraini, per cui li libero dall’impegno che hanno preso e il corso che avrei dovuto fare in Bicocca lo farò altrove (ringrazio tutti quelli che si sono offerti, rispondo nel giro di pochi giorni)”.

E poco dopo condivide il messaggio al fotografo russo Aleksandr Gronskij, anch’egli escluso dal una manifestazione che a breve si sarebbe dovuta tenere a Reggio Emilia: “Ieri ho scritto al fotografo russo Aleksandr Gronskij per dirgli che mi sembra insensato che il festival Fotografia Europea abbia annullato il suo invito all’edizione di quest’anno. Oggi mi ha risposto. Copio qua sotto quello che ha scritto, che ho tradotto con l’aiuto degli studenti del primo anno del corso di traduzione editoriale che tengo alla Iulm di Milano (quella in alto è una foto di Gronskij – cliccarci sopra per ingrandirla – il suo sito si trova qui: https://www.alexandergronsky.com/).

“Caro Paolo, grazie per le sue parole di sostegno. Spero tanto che al mondo ci siano ancora persone disposte a mantenere legami con la cultura russa e con i russi. In questi tempi folli, le accuse e la rabbia cadranno come bombe su tutti senza nessuna distinzione. E dobbiamo riconoscere che la colpa per i crimini di oggi graverà sui russi per sempre. Adesso non riesco a dispiacermi per la revoca del mio invito, il mio dispiacere è tutto per il popolo ucraino. Tempi bui attendono la Russia, è difficile accettarlo. Grazie ancora per il sostegno”.

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