Anche a Nuoro si può firmare per il referendum sull’eutanasia legale

Sonia

Anche a Nuoro si può firmare per il referendum sull’eutanasia legale

martedì 13 Luglio 2021 - 17:17
Anche a Nuoro si può firmare per il referendum sull’eutanasia legale

Conferenza sull'eutanasia Legale

 Anche a Nuoro è stato presentato, attraverso una conferenza stampa,  il referendum sul’ eutanasia legale: al tavolo Monica Carta, una delle referenti di Nuoro nominate dal comitato promotore e segretaria cittadina del Partito Socialista Italiano; Alessandro Tidore del partito Volt Italia, Filippa Pai dei Verdi.

La conferenza si è svolta per far conoscere il quesito referendario e dare via al lavoro di autenticatori e attivisti, per iniziare la raccolta firme su tutto il territorio della provincia di Nuoro. Chi volesse diventare autenticatore o attivista può registrarsi al sito referendum.eutanasialegale.it e contattare una delle due referenti provinciali tramite i contatti presenti sul sito e sui nostri account social Facebook e Instagram “Eutanasia Legale Nuoro”.

Fisicamente è possibile firmare all’ufficio elettorale del comune di Nuoro, ai tavoli organizzati da referenti e attivisti e negli uffici degli avvocati che hanno aderito, previa prenotazione (la prenotazione è necessaria solo per firmare dagli avvocati).

In Italia è stata depositata in parlamento una legge nel 2013 che non è stata mai discussa. Nel 2017, dopo la disobbedienza civile di Marco Cappato e Mina Welby, è stata ottenuta la Legge che riconosce il valore del Testamento Biologico, e una sentenza della Corte costituzionale che ha aperto dei varchi sulla disponibilità della vita umana. Oggi in Italia possono porre fine alle loro sofferenze solo i pazienti per cui risulti sufficiente l’interruzione delle terapie.

La Corte costituzionale ha chiarito che l’aiuto al suicidio (art. 580 del Codice penale) non è punibile nel caso in cui la persona che lo richiede sia tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale. Tutte le altre persone con patologie irreversibili che procurano dolori intollerabili, e i pazienti impossibilitati ad assumere autonomamente un farmaco (a causa di SLA, di una tetraplegia…) nel nostro Paese non hanno la possibilità di scegliere, e di chiedere aiuto medico attivo per la morte volontaria, perché il nostro codice penale vieta l’omicidio del consenziente (art. 579 c.p).

Gli organizzatori spiegano perché il referendum. “Molte persone gravemente malate oggi non sono libere di scegliere fino a che punto vivere la loro condizione. Non hanno diritto all’aiuto medico alla morte volontaria, al suicidio assistito o ad accedere all’eutanasia come è invece possibile in Svizzera, Belgio, Olanda, Spagna, Canada, molti Stati degli Stati Uniti e sempre più Paesi nel mondo. Perché nonostante una proposta di legge di iniziativa popolare depositata nel 2013 e due richiami della Corte costituzionale, il Parlamento in tutti questi anni non è mai riuscito a discutere di eutanasia legale. Ecco perché, a fianco delle persone che non possono aspettare i tempi della politica e della giustizia, si è deciso di dare la parola ai cittadini con un referendum”.

Il Quesito referendario si pone l’obiettivo di introdurre l’eutanasia legale tramite l’abrogazione parziale dell’art. 579 c.p. che punisce l’omicidio del consenziente. Tecnicamente il quesito lascia intatte le tutele per le persone vulnerabili, i minori di 18 anni, le persone che non sono in grado di intendere e volere, quelle il cui consenso è stato estorto, e potrà introdurre nel nostro paese il diritto all’aiuto medico alla morte volontaria. In questo modo si possono abbattere le discriminazioni oggi esistenti, consentendo la possibilità di scegliere un fine vita consapevole, controllato e sereno, anche alle persone malate che necessitano di un aiuto esterno per porre fine alle proprie sofferenze.

Il referendum vuole abrogare parzialmente la norma penale che impedisce l’introduzione dell’Eutanasia legale in Italia. L’omicidio del consenziente, infatti, non è altro che un reato speciale (rispetto a quello di portata generale di cui all’art. 575 cp sull’omicidio) inserito nell’ordinamento per punire l’eutanasia. Con questo intervento referendario l’eutanasia attiva sarà consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla Sentenza della Consulta sul “Caso Cappato”, ma rimarrà punita se il fatto è commesso contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni. Per quanto riguarda, invece, condotte realizzate al di fuori delle forme previste dall’ordinamento sarà applicabile il reato di omicidio doloso (art. 575 cp).

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