Alluvione a Bitti. Ordine dei geologi: “Servono specialisti che sappiano leggere il territorio e valutare gli interventi dell’uomo”

Salvatore

Alluvione a Bitti. Ordine dei geologi: “Servono specialisti che sappiano leggere il territorio e valutare gli interventi dell’uomo”

martedì 01 Dicembre 2020 - 15:36
Alluvione a Bitti. Ordine dei geologi: “Servono specialisti che sappiano leggere il territorio e valutare gli interventi dell’uomo”

Bitti, distruzione dopo l’alluvione (© foto S.Novellu)

I nubifragi che oggi hanno funestato l’Isola nei giorni scorsi hanno tragicamente messo alla ribalta, ancora una volta, le fragilità esistenti nei centri urbani e nel territorio in generale. L’Ordine dei geologi della Sardegna ci spiega cosa è accaduto e cosa andrebbe fatto per prevenire ulteriori episodi

“Da quando, nel 2016, l’attuale Consiglio dell’Ordine dei Geologi della Sardegna si è insediato – scrivono in una nota – si sono succeduti comunicati stampa analoghi a questo con una cadenza praticamente annuale; l’ultimo il 27 novembre dello scorso anno, in concomitanza con i nubifragi in Liguria. In questi giorni ci troviamo a ribadire concetti espressi più volte ma che non ci stancheremo mai di rivendicare. Nonostante il susseguirsi di avvertimenti, si riscontra ancora la mancanza di una efficace politica di difesa del territorio incentrata sulla prevenzione del dissesto, attuabile con interventi che abbiano come finalità la cura e la disciplina del territorio. Ancor oggi subiamo la conseguenza della mancanza di modelli idraulici tarati sul contesto geologico sardo; quelli comunemente applicati, inoltre, non contemplano, tra gli altri aspetti, il contributo del carico solido mobilitato e trasportato dalla corrente durante gli eventi di piena, che aggravano notevolmente l’impatto della massa d’acqua sulle opere”.

“Questa è ancora una volta l’occasione per constatare quali siano le conseguenze dei lunghi tempi di approvazione dei progetti piuttosto che della realizzazione degli interventi, fino a quasi non vederne la conclusione entro tempi che non siano quelli geologici. Al contempo però è necessario evitare che eventuali semplificazioni normative si traducano in uno scavalcamento di passaggi progettuali e di verifiche che sono da ritenersi, invece, imprescindibili. È quindi oramai improcrastinabile rafforzare l’organico degli enti di controllo territoriale con specifiche figure tecniche adeguate ad affrontare le problematiche sempre più pressanti del territorio. Gli scenari drammatici che da diversi decenni si succedono sempre più di frequente hanno dimostrato, ogni volta con maggiore forza, che l’applicazione di modelli idraulici basati sulla previsione degli eventi estremi entro determinati tempi di ritorno nella gestione del rischio idrogeologico sia fuorviante se non addirittura pericolosa. Tutto ciò anche in considerazione della mutevolezza del clima e delle sue ciclicità che le forme scolpite nel paesaggio puntualmente testimoniano. Le conseguenze della sempre maggiore ricorrenza ed intensità degli eventi meteorici ormai si manifestano in tutta la loro gravità anche in quei contesti ove amministrazioni oculate si sono impegnate per programmare e ottenere finanziamenti per progetti per la difesa idrogeologica del territorio. E questi ultimi eventi documentano, ancora una volta, un approccio inefficace, se non addirittura lesivo, alla difesa del territorio”.

Quale altra dimostrazione di forza naturale è necessaria per comprendere l’urgenza di un cambio radicale dei metodi? Non si può prescindere dall’applicazione di modelli ma questi devono essere supportati da competenze specialistiche che, muovendosi sul campo, sappiano leggere il territorio e coglierne i segnali, comprendendo le ripercussioni di un’opera edilizia, di una modificazione del territorio piuttosto che di un’urbanizzazione, elementi questi che portano ad esasperare gli effetti degli eventi naturali. La categoria dei Geologi, è da sempre al fianco delle istituzioni e a disposizione della società per dare il proprio contributo alla ricerca di soluzioni efficaci e realisticamente praticabili”.

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