Caos discoteche. Vella chiarisce sulla mail: “Non era il parere del Cts, era una riduzione del danno”

Sonia

Caos discoteche. Vella chiarisce sulla mail: “Non era il parere del Cts, era una riduzione del danno”

venerdì 13 Novembre 2020 - 13:17
Caos discoteche. Vella chiarisce sulla mail: “Non era il parere del Cts, era una riduzione del danno”

Stefano Vella, l’esperto del CTS in un’intervista su Repubblica di questa mattina chiarisce che la mail inviata alla Regione e precisamente a Marcello Tidore, direttore generale dell’assessorato alla Sanità, non può essere considerata come il parere tecnico.

Ecco alcuni stralci dell’intervista

“Guardi, non posso parlare molto perché c’è un’indagine in corso”, esordisce il famoso infettivologo romano (è stato anche presidente dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco). “Però una cosa la voglio dire: quella mail non è, né può essere considerata, un parere del Cts. Nè tantomeno un parere positivo all’idea di tenere aperte le discoteche in estate, verso cui, come Comitato, ci siamo sempre ufficialmente opposti, ritenendola pericolosa e sbagliata, visto il grande afflusso di turisti sull’isola. Io parlavo solo a titolo personale”. E però nella mail c’è una sorta di approvazione, seppur a titolo personale. “Ho dato l’ok solo al testo dell’ordinanza che mi è stata mandata in extremis, senza che fosse stato mai convocato il Cts. In Regione avevano una gran fretta di farla uscire. L’ho fatto perché, fermo restando la nostra opposizione alla riapertura, la bozza recepiva delle nostre indicazioni, come il divieto di ballo nei locali al chiuso. Ho provato a ridurre il danno di una scelta politica che era già stata presa”. C’è però quel passaggio controverso, che recita: “è inevitabile e necessario che riaprano”. Ribatte Vella: “Intendevo dire che per loro, come mi avevano fatto capire esplicitamente, era inevitabile e necessario riaprirle. Per loro, non certo per noi”.

L’infettivologo, prima di chiudere la conversazione, aggiunge un altro particolare. “Nella mail scrivo che avevo parlato col professor Sotgiu, ma in realtà lui non era riuscito neanche a leggere la bozza dell’ordinanza. Però alcune delle indicazioni inserite per ridurre il danno erano tratte da sue precedenti osservazioni”

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