Nuoro. Le OSS di “casa nostra” costrette a lavorare lontano dalle famiglie

Sonia

Nuoro. Le OSS di “casa nostra” costrette a lavorare lontano dalle famiglie

mercoledì 21 Ottobre 2020 - 09:46
Nuoro. Le OSS di “casa nostra” costrette a lavorare lontano dalle famiglie

Nuoro. L'ospedale San Francesco (foto S.Novellu)

Al San Francesco di Nuoro manca il personale medico e sanitario che non solo non può più garantire le urgenze ma nemmeno la quotidianità del paziente.

Il paradosso è che mentre l’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu  nei suoi proclami annuncia imminenti concorsi per l’assunzione di nuove figure mediche e sanitarie, un folto gruppo di donne OSS del Nuorese e dell’Ogliastra lavorano negli ospedali di Cagliari: A.O. Brotzu, A.O.U. Cagliari, A.O.U Sassari, a Olbia e a San Gavino, proveniamo dalle graduatorie oss 2013 dell’ex ASL di Nuoro, Oristano e Olbia.

«Ci hanno dato il ruolo lo scorso anno eppur tra mille difficoltà quasi tutte abbiamo accettato, ciò ha implicato di lasciare le nostre case e famiglie e cercare alloggio nelle varie città oppure fare le pendolari. Entrambe le soluzioni non esenti da spese e rischi. Eravamo tutte grate dell’opportunità di un impiego a tempo Indeterminato tanto aspettato e per cui abbiamo tanto lottato. Certo è stato amaro scoprire che le nostre ASL di appartenenza non avessero bisogno di noi pur sapendo dai media e dalle testimonianze delle colleghe delle gravi carenze di personale in cui si lavorava, dove i livelli essenziali di assistenza erano ridotti ai minimi termini. Stringiamo i denti e aspettiamo la prossima mobilità ci siamo dette» scrivono in una lettera.

«Recentemente l’azienda ospedaliera Brotzu ha indetto una selezione per titoli per varie figure. Tale graduatoria è stata data in uso anche all’ATS e sappiamo di varie assunzioni a Tempo Determinato di Oss anche nella nostra zona di residenza, come se non bastasse sappiamo di assunzioni anche da agenzie interinali, con ulteriore aggravio della spesa pubblica. Non sarebbe stato auspicabile trovare il modo di avvicinare noi alle nostre famiglie? Siamo coscienti dell’iter burocratico (non facile) che precede e prosegue a una mobilità. La politica, i sindacati e le aziende ospedaliere dovrebbero farsi carico della nostra situazione per riportarci a casa, abbiamo partecipato a un concorso e atteso vari anni per il ruolo lavorativo beffate dall’obbligo di andare lontano da casa per il sacrosanto diritto al lavoro, e ora scopriamo che dalla suddetta selezione per titoli del Brotzu e dall’agenzia stanno assumendo a Nuoro, ciò ci fa perdere ulteriormente le speranze.  Confidiamo nelle istituzioni, che prendano in considerazione la nostra difficile situazione sopra elencata di cui non entriamo nei dettagli delle difficoltà di ognuna di noi».

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