Ciusa (M5S): ” Carenza di pediatri in Sardegna, la Regione prenda provvedimenti”

Sonia

Ciusa (M5S): ” Carenza di pediatri in Sardegna, la Regione prenda provvedimenti”

sabato 17 Ottobre 2020 - 11:15
Ciusa (M5S): ” Carenza di pediatri in Sardegna, la Regione prenda provvedimenti”

«Come denunciato nei mesi scorsi dalla Società italiana di Pediatria, in Sardegna sono soltanto 177 i pediatri di libera scelta ai quali si possono rivolgere i genitori di bambini sino ai 14 anni, in una regione che conta 377 Comuni. Un numero di professionisti che si è ulteriormente ridotto in questi mesi, da quando in undici sono andati in pensione e non sono stati sostituiti».

«La situazione è realmente critica, al punto che nel corso di questa legislatura regionale sono state presentate numerose interrogazioni per denunciare la carenza dell‘assistenza pediatrica in diverse zone della Sardegna, in particolare a Villacidro, Sassari, nel distretto di Ales-Terralba, Lanusei, Aritzo, Belvì, Gadoni, Meana Sardo, Desulo e Ozieri. Ma il preoccupante quadro attuale sta creando problemi anche nei centri urbani di maggiori dimensioni, compresa Cagliari».

Questa la premessa del capogruppo del M5S Michele Ciusa, primo firmatario di una mozione (sottoscritta dai colleghi pentastellati D. Manca, A, Solinas, R. Li Gioi e dai consiglieri di Leu) che impegna il Presidente della Regione  e l’assessore regionale alla Sanità ad assicurare a tutti i  bambini sardi, dalla nascita sino ai 14 anni di età (o sino ai 16 anni in particolari situazioni), l’assistenza gratuita da parte di un medico specialista in pediatria.

«La Regione – prosegue Ciusa – ha il dovere di assicurare ad ogni bambino, sin dalla nascita, l’assistenza di un pediatra. La tendenza a sostituirlo con il medico di famiglia comporta inevitabili ricadute sulla prevenzione, nello specifico sulla diagnosi precoce delle patologie, ma anche una carenza di controllo sullo sviluppo psichico e motorio del bambino. Non solo: la mancanza dei pediatri porterà a un aumento dei costi per la sanità pubblica e al ricorso a prestazioni libero professionali private, riservate esclusivamente alle famiglie che se le potranno permettere».

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