La lettera. “Dopo il Covid, Cala Luna svenduta per pochi euro dagli operatori turistici”

Sonia

La lettera. “Dopo il Covid, Cala Luna svenduta per pochi euro dagli operatori turistici”

venerdì 17 Luglio 2020 - 11:18
La lettera. “Dopo il Covid, Cala Luna svenduta per pochi euro dagli operatori turistici”

Uno scorcio di Cala luna (foto S.Meloni)

“Al giorno d’oggi la gente sa  il prezzo di tutto e non conosce il valore di niente”. Oscar Wilde,  Il ritratto di Dorian Gray  – 1891″

Con questa frase il consigliere comunale Claudio Fancello pone alcune riflessioni sulla situazione attuale della stagione turistica dopo il Coronavirus in una lettera che pubblichiamo integralmente.

“Vi siete mai chiesti quanto vale la splendida spiaggia di Cala Luna? Meglio, quanto vale trascorrerci una giornata? Oggi possiamo facilmente conoscere quanto ci costa arrivare a Cala Luna, ma quello è semplicemente il costo del servizio del trasporto, non il valore di una giornata vissuta in un posto così speciale.

Difficile dare una risposta che abbia una base oggettiva. Trasformando un po’ la domanda, si potrebbe chiedere ad un ipotetico turista: quanto saresti disposto a pagare (in economia il cosiddetto prezzo di riserva) per trascorrere una giornata nella preziosa perla della costa dorgalese? Ecco, a questa domanda è già più facile rispondere, visto che in passato per essere trasportati a Cala Luna i turisti sono arrivati a pagare anche fino a 25 euro a persona.

Quindi una giornata a Cala Luna “vale” 25 euro? Forse. Ma teniamo bene in mente che i 25 euro sono stati pagati per arrivarci in barcone. Nulla è stato chiesto al turista per soggiornare sulla spiaggia godendo di un paesaggio unico. Quindi se concordassimo sul fatto che passare una giornata a Cala Luna ha di per sé un valore (una utilità come tecnicamente viene chiamata dagli economisti) questa utilità andrebbe quantificata ed aggiunta al costo del trasporto, e quindi farci pensare che una giornata a Cala Luna valga addirittura più di 25 euro. Possiamo quantificare questa utilità facendo un parallelo con la splendida Cala Goloritzè, nella quale oggi i turisti sono disposti a pagare 6 euro per soggiornarvi, al netto del trasporto che avviene necessariamente a piedi.

Piccola parentesi campanilistica: siccome reputo Cala Luna più bella, col sole che riscalda l’arenile fino a tarda sera, possibilità del “riposino” al fresco delle grotte… io (e quindi ritengo anche i turisti) sarei disposto a spendere anche 10 euro al giorno. Forse questi 10 euro, sommati ai 25 di trasporto diventerebbero oggettivamente troppi.

Se oggi vi recaste al porto di Cala Gonone, vedreste che il mercato “quota” una giornata a Cala Luna tra i 4 e i 5 euro a persona. Possibile? Cosa è successo a Cala Luna? Ci hanno fatto una discarica sull’arenile? Hanno depositato fusti radioattivi nelle sue splendide grotte? Niente di tutto questo. Solo una deprecabile guerra dei prezzi,

Io capisco e auspico la concorrenza, quella sana, di cui beneficia il consumatore sia in termini di qualità del servizio che di minor prezzo. Ma questa non è una situazione auspicabile. Mi chiedo quale sia il “valore percepito” dal turista che vede svenduta una meraviglia del genere in tal modo. Mi chiedo quanto siano disposti a perdere gli operatori pur di vedere il proprio concorrente soccombere… per poi cosa? Diventare monopolista e riportare il prezzo a quello originario?

Mi chiedo poi (ricollegandomi all’altro tema caldo di questa estate gononese) se gli operatori, per fronteggiare questa guerra dei prezzi, stiano retribuendo il proprio personale in modo adeguato o se, come tutti gli imprenditori, quando c’è da grattare il barile dei costi, si procede, sempre in modo legale per carità, con il ridurre il costo del personale?

Da anni sostengo che il prezzo che un turista è disposto a pagareandrebbe “diviso” tra costo per il trasporto e costo per il godere di un bene unico e delicatissimo come il nostro patrimonio ambientale. E che quindi, parte di quei 15-20-25 euro (non certo gli spiccioli degli attuali 4-5), andrebbero divisi tra trasportatore e proprietario-concessionario del bene, per consentire a quest’ultimo di preservare più a lungo possibile la nostra “gallina dalle uova d’oro”. Ciò consentirebbe, vista la situazione attuale, anche di evitare che un bene pubblico venga svenduto, svalutato, ridotto a campo di battaglia nella lotta per trasportare un turista in più.

Lasciare indisturbato il libero mercato, con i pessimi risultati che abbiamo sotto gli occhi, significa, come succede in tutti i settori economici non regolamentati, lasciare che gli operatori massimizzino i profitti attuali, non preoccupandosi di preservare il futuro a medio-lungo termine dell’ambiente e le condizioni economico-sociali delle prossime generazioni.

Purtroppo l’amministrazione comunale non ha piena competenza territoriale su spiagge e specchi acquei da poter decidere in autonomia. Per questo spero che la istituenda Area Marina Protetta possa essere lo strumento giusto per tutelare meglio il nostro prezioso patrimonio ambientale e garantire anche alle prossime generazioni di continuare a vivere di turismo. Turismo consapevole e sostenibile, a beneficio di tutta la comunità».

© Tutti i diritti riservati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Sostieni l'informazione libera e indipendente di Cronache Nuoresi