Dalla casa di reclusione di Mamone facevano uscire ingenti quantitativi di generi alimentari: complessivamente 40 chili di  formaggio, 70 chili di carne oltre che 240 di tonnellate di legna con la finalità di rivenderli in un’area compresa tra Bitti e Buddusò.

Tutto è iniziato nel 2017 quando, all’interno del carcere, erano stati rinvenuti 8 telefoni cellulari che avevano fatto scattare le indagini da parte della Polizia Penitenziaria e della Squadra Mobile di Nuoro. Da qui un’ampia indagine che oggi ha portato agli arresti domiciliari G.C., un amministrativo contabile accusato di peculato, e C. B. T., un poliziotto accusato anch’egli di peculato e ricettazione.

Il contabile, inoltre, oltre a rendersi responsabile di un ammanco di 350 euro (la giustificazione è stata che doveva pagarsi l’assicurazione su un prelievo di 5mila euro dal conto bancario del penitenziario è indagato assieme ad altre 3 persone  (M.C., V.C. e M.P.) – anche queste ristrette ai domiciliari – e altre due con obbligo di dimora.

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